31 marzo 2012

Misfits

Quando i film si fanno ad episodi.

Cinque ragazzi, costretti ai lavori sociali, dopo una strana tempesta si ritrovano con degli assurdi superpoteri. Simon, un ragazzo timido e problematico può diventare invisibile, la bellissima Alisha può eccitare le persone con un solo tocco, l'ex corridore Curtis torna indietro nel tempo, la bulla Kelly legge nella mente delle persone e infine Nathan, il giullare del gruppo, scoprirà ironicamente solo a fine prima serie il suo potere.
Il problema è che i ragazzi non sono gli unici ad aver acquisito queste nuove capacità, e già dalla prima puntata dovranno unire le forze per difendersi incontrando giorno dopo giorno nuove sfide e nuove avventure che li coinvolgono. Prendendo in giro i più classici stereotipi di film e serie fantastiche, non prendendo mai sul serio loro stessi e ciò che li circonda ma affrontando i nemici con incurante spensieratezza (il numero di assistenti sociali uccisi sale comicamente di puntata in puntata), questi nuovi e moderni supereroi conquistano il loro pubblico a suon di battute e di sfrenatezza, rappresentando al meglio questi tempi così mutevoli e diventandone un simbolo.

Dopo l'inizio scoppiettante della prima serie (che dura solo 6 episodi) la seconda si fa più impegnata incentrandosi sulla presenza di un eroe mascherato protettore del gruppo sulla cui identità ci sarà da rimanere sorpresi! Anche le storie d'amore ovviamente ricoprono buona parte della trama, integrandosi alla perfezione con l'azione e l'ambiente surreale nel quale i personaggi si muovono: sobborghi di periferia grigi ed anonimi, persone ai limiti che proprio per questo sono ancora più reali, il tutto sottolineato da una colonna sonora da urlo che spazia dai dj del momento alle grande hit del passato.
Considerata ormai una serie di culto, Misfits ha saputo non perdere il suo mordente con la perdita (spiegata nell'episodio speciale Vegas Baby) di Nathan, il personaggio forse più amato, che è stato abilmente sostituito da Rudy, altrettanto sarcastico che può sdoppiare il suo Io in due personalità tra loro opposte. La terza serie grazie al questo eroe si fa ricca di nuove avventure e di nuovi misteri regalandoci un finale romantico e commovente che lascia aperto il futuro ad una quarta stagione.


29 marzo 2012

Silenzio in Sala

La programmazione inizia già a risentire delle belle giornate di sole di questa primavera. Ma qualcosa di bello da vedere in sala c'è sempre, ecco qualche esempio!

Romanzo di una Strage
Marco Tullio Giordana non abbandona il filone storico e ci racconta questa volta la strage di piazza Fontana del 1969 e gli innumerevoli anni di indagine. Un cast come sempre di grandi attori (Favino, Gifuni, Mastandrea, Lo Cascio) per far luce su uno dei misteri italiani ancora irrisolti. Da vedere.
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Marigold Hotel
Quattro diversi individui di mezza età si ritrovano assieme, nello stesso hotel, in India. L'albergo è tutt'altro da come promesso nelle brochure e questo porterà equivoci e situazioni nuove che uniranno il gruppo. Cast all british per una commedia corale come sono gli inglesi sanno fare!
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I colori della passione
Film in costume che omaggia il grande pittore fiammingo Bruegel, raccontandone il fare artistico e la creazione del dipinto La salita del calvario. Charlotte Rampling impreziosisce il cast. Poetico.
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28 marzo 2012

Plumcake al Cioccolato!

Il Fabbricatorte.

Ora che Pasqua si avvicina, i più fortunati saranno invasi dalle uova di cioccolata! Per smaltirle in semplicità, usiamole per fare dei gustosi dolci, come questo plumcake!

INGREDIENTI

125g burro
250g farina
150g di zucchero
3 uova
1 bustina di lievito
1 pizzico di sale

PROCEDIMENTO

In un tegame far fondere a fuoco lento il burro, unirlo poi con lo zucchero e mescolarli assieme fino a creare una crema spumosa. Aggiungere man mano le uova, la farina, il sale ed il lievito, continuando a mescolare per formare un impasto omogeneo e senza grumi. Se necessario aggiungere un po' di latte per rendere il composto più liquido. Infine aggiungere la cioccolata fatta a pezzettini, quantità a piacere!
Imburrare lo stampo per plumcake prima di versare l'impasto ed infornare per 40 minuti a 180° e... Buon Appetito!




26 marzo 2012

E ora parliamo di Kevin

Andiamo al Cinema (un po' in ritardo).


La strage nelle scuole ad opera di adolescenti non è un tema nuovo per il cinema. C’è chi lo ha affrontato in modo lento e poetico nel suo accadere come Gus Van Sant (Elephant), o chi ne ha cercato le cause e i responsabili come Michael Moore (Bowling for Columbine). E ora parliamo di Kevin va oltre una schematica ricerca del colpevole per concentrarsi su un punto di vista diverso e drammaticamente sempre presente: quello della madre dell’autore di una strage, di chi un tale “mostro” lo ha generato.

Tilda Swinton interpreta magistralmente una madre che madre non voleva esserlo, che vede nel figlio la causa delle sue rinunce, di una vita frustrata votata ora alle mura domestiche. Che sia questo suo atteggiamento o che sia un senso di sfida innato da parte del figlio Kevin a trasformarlo nel bambino prima e nell’adolescente poi problematico e difficile non è però ciò  a cui il film vuole dare risposta.
Al centro del film sta per l’appunto il rapporto madre-figlio, il suo nascere, il suo rompersi continuamente e, forse, il suo ricostruirsi. La Swinton è protagonista assoluta ed è attraverso i suoi flashback, i ricordi e le memorie che spuntano a farci ricostruire un passato tragicamente teso, contenuto ma pronto ad esplodere in modo inaspettato ed agghiacciante nel finale. E ora parliamo di Kevin affronta tutto ciò con una scelta stilistica particolarmente efficace attraverso una narrazione non lineare che permette di seguire il difficile processo di accettazione e di analisi di una ferita aperta e dolorante.

L’attenzione è posta anche ai particolari: la cromaticità del film, con un colore rosso che ci aggredisce già nei titoli di testa ad indicare quel sangue e quella violenza che ricorrerà fino alla fine, e la musica composta dal chitarrista dei Radiohead Jonny Greenwood che ben sottolinea la tensione.
E ora parliamo di Kevin non è certamente un film facile, non tanto da vedere, quanto da digerire. Perché il tema come il suo essere messo in scena colpisce e ammutolisce il pubblico, reso ancora più inerte, testimone di una verità tanto scomoda quanto purtroppo reale.


25 marzo 2012

La Scopa del Sistema

La Domenica Letteraria.

Pubblicato nel 1987, La scopa del sistema è l'esplosivo romanzo d'esordio che fece conoscere al pubblico americano e non solo il genio di David Foster Wallace. Il suo stile dirompente e fuori dalle regole, ricercato e giocoso si era già fatto sentire con i numerosi racconti usciti per riviste e quotidiani, ma al passaggio alla prosa lunga, nulla fortunatamente cambia, anzi, migliora.
Personaggi strampalati (un fratello intelligente che vende i suoi pensieri per la droga, un pappagallo sboccato che trova la fede, un fidanzato -Mister Vigorous- geloso e non all'altezza del suo nome... ) compongono il quadro della ricerca da parte della bella Lenore Beadsman della nonna scomparsa dall'ospizio. Attraverso il confronto con la famiglia ricca e per questo abbandonata, il lavoro ripetitivo di centralinista e la convivenza con l'amica del cuore entriamo nel suo mondo particolare e ossessivo, fatto di traumi passati e apatia all'oggi.
La sua indagine è però un pretesto per incrociare in maniera sublime tutte le vicende e tutti i protagonisti, per giocare con lo stile e per esternare riflessioni e malesseri. La depressione, il disfacimento delle proprie capacità sono infatti lo sfondo onnipresente su cui il romanzo si compone, e distinguere le vicende di finzione da quelle reali dell'autore non è facile. Ogni pagina trasuda della sua malattia e della lotta ad essa, Lenore come il fratello LaVache o lo psicanalista immorale Dr. Jay sembrano mille facce rappresenta il suo vissuto. E forse anche per questo tanto ci si affeziona a loro e, nonostante la complessità di stile, finire La scopa del sistema lascia la strana sensazione di aver perso qualcuno di importante.


"Be', credo che non sia esattamente che la vita va raccontata anziché vissuta; è piuttosto che la vita è il suo racconto, e che in me non c'è niente che non sia o raccontato o raccontabile. Ma se è davvero così, allora che differenza c'è, perché vivere?"

22 marzo 2012

Silenzio in Sala

Rispetto allo scorso weekend questa settimana si prospetta molto più ricco di uscite interessanti... ecco le più consigliate!

17 ragazze
Nel Massachusetts nel 2008 uno sconvolgente numero di ragazze rimase incinta e si scoprì in poco tempo che le gravidanze erano programmate, i padri biologici pagati per l'inseminazione e lo scopo era quello di creare una comunità di aiuto reciproco nella crescita dei figli. Le registe Delphine e Muriel Coulin partono da questo fatto di cronaca reale, trasportandolo in un sobborgo della Bretagna, per analizzare una scelta così radicale che tanto ha fatto discutere.
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The Lady
Il regista Luc Besson torna nelle sale per raccontare con poesia la forza del premio nobel per la pace Aung San Suu Kyi, l'orchidea d'acciaio nella lotta per la democrazia del Myanmar. La sua vita è ripercorsa nei fatti che più l'hanno segnata, dall'adolescenza, al matrimonio fino agli arresti domiciliari che l'hanno vista reclusa per oltre 20 anni. Una lezione di storia contemporanea interpretato splendidamente da Michelle Yeoh.
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The Raven
Dal regista di V per Vendetta, una rilettura in chiave action-thriller dello scrittore noir Edgar Allan Poe. Realtà e finzione si confondono: omicidi che ricalcano le scene dei suoi libri porteranno lo scrittore stesso ad essere coinvolto suo malgrado nelle indagini. Ad interpretarlo un redivivo John Cusack.
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E' nata una star?
Ennesima commedia italiana in uscita. Questa volta però il valore in più lo dà la sceneggiatura, adattata da una racconto dello scrittore inglese Nick Hornby.
I genitori di una adolescente devono fare i conti con la scoperta che il figlio è ora un attore porno dal "grande potenziale". Imbarazzi, gag e battute saranno inevitabili. Protagonisti: Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo.
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21 marzo 2012

Torta Cacao-Banane!

Il Fabbricatorte

Cosa fare quando le banane di casa si sono imbruttite e di certo non invogliano a essere mangiate? Semplice, le si può frullare e aggiungere ad una torta per renderla più saporita e più gustosa!

INGREDIENTI

350g di farina
30g di cacao
250g di zucchero
180g di burro
3 uova
400g di banane (circa 4)
1 bustina di lievito
1 pizzico di sale


PROCEDIMENTO

Iniziare montando a crema lo zucchero e il burro aggiungendo poi le uova sbattute a parte. Frullare le banane in un mixer o schiacciarle con una forchetta e unirle al precedente composto.
Miscelare assieme farina, lievito, cacao e un pizzico di sale e versare gradatamente nell'impasto mescolando fino a renderlo omogeneo.
Mettere in forno a 180° per 30 minuti e.... Buon Appetito!

20 marzo 2012

The Walking Dead

Quando i film si fanno ad episodi.

E' stato definito il nuovo Lost, ed effetivamente molti sono i punti di contatto tra i due telefilm.
Non ci sarà un'isola deserta carica di misteri ma in The walking Dead assistiamo alle stesse dinamiche di salvezza, di lotta per la vita in una civiltà in cui la civiltà sembra mancare ristretta com'è ad un manipolo eterogeneo di sopravvissuti che dovranno imparare a convivere e a sopportarsi. Come in Lost, anche qui la lotta al potere poterà a scontri interni, il giudizioso Rick contro l'istintivo Shane contro il moralista Dale contro il tradizionalista Hershel.
E anche qui sono gli Altri, i diversi, a fare paura e a minacciare ma questi diversi sono degli zombie, dei morti viventi che con il loro morso e la loro fame attaccano e contagiano.

L'episodio pilota ci immerge fin da subito in un mondo irriconoscibile: Rick, sceriffo della contea, si risveglia dopo giorni di coma e ritrova la realtà che conosceva sconvolta, tutti sembrano morti, la città è deserta e cadaveri camminano per la strada cercando di aggredirlo. Solo grazie all'aiuto di Morgan e di suo figlio capisce l'amara realtà: un'epidemia inspiegabile si è protratta per il Paese e ora gli zombie sono così numerosi da rendere la vita impossibile. Rick non si arrende e si mette alla ricerca tra le macerie di Atlanta della sua famiglia formando, una volta trovatala sana e salva anche se sconvolta (la moglie -l'indimenticabile Sarah Wayne Callies di Prison Break- credendolo morto aveva iniziato una relazione con il suo migliore amico Shane) un gruppo compatto con il quale cercare la salvezza.
Dopo una prima serie fatta di fughe e di attacchi all'ultimo morso che rivelano l'incapacità di scienziati ed esercito di fermare l'epidemia, la seconda serie si ambienta in un oasi tranquilla nella fattoria di Hershel ma anche qui il pericolo è in agguato.

Con ascolti record in America la serie sa come attirare il suo pubblico con scariche di adrenalina pura che nemmeno lo splatter e il disgusto che i morti viventi possono provocare spaventa. I personaggi però si presentano con fin troppi chiaroscuri rendendoli enigmatici, certo, ma anche di difficile identificazione: chi è il vero cattivo tra chi non ha rimorsi e chi continua a dubitare sulle proprie scelte? Dove sta il potere, nella mente o nelle armi?
Conclusasi ieri la seconda stagione che lascia i sopravvissuti in una situazione di incertezza e di pericolo imminente, si dovrà aspettare la terza stagione, ora in produzione, per sapere cosa loro succederà.
Ad ampliare poi gli episodi è comparsa anche una web serie, Storia di uno zombie, composta da 6 episodi di 2-3 minuti ciascuno a raccontare la vicenda drammatica del primo zombie visto da Rick, la Bicycle Girl.


19 marzo 2012

Magnifica Presenza

Andiamo al Cinema.


Dimenticate il Ferzan Ozpetek triste e affranto che racconta storie altrettanto tristi sul mondo e le esperienze gay. Dimenticate in parte anche quel mondo gay, perché in Magnifica presenza l'unico accenno sta nel protagonista e nelle sue storie d'amore impossibili e immaginate al limite dello stalking prima e del paranormale poi.
Dimenticate anche le grandi riunioni a tavola per cene goliardiche, qui il cibo c'è e si fa mangiare con gli occhi, ma la riunione di amici riprende i toni allegri inscenando un gioco collettivo per completare un album di figurine.
Il nuovo film del regista turco abbandona (purtroppo o finalmente, dipende dai punti di vista) i toni tesi e drammatici della sua precedente filmografia (si pensi a Saturno Contro o a La finestra di fronte) per sterzare decisamente verso una commedia godibile e senza grosse pretese. Riprendendo quindi il filone iniziato con Mine Vaganti e la presentazione di una buffa e pittoresca famiglia, Ozpetek ci immerge in mondo a parte che ha il suo fulcro in una vecchia casa romana presa in affitto dall'aspirante attore siculo Pietro impegnato di notte a sfornare cornetti.
L'inizio del film ha echi di thriller e gialli soprannaturali con il protagonista ossessionato da strane presenze nella sua abitazione e un vicinato che sembra sapere la scomoda verità che ancora lui ignora. In quella casa stazione stabile un manipolo di attori, la Compagnia Apollonio, famosa negli anni '40 e scomparsa poi in circostanze mai chiarite e ora costretta ad aleggiare sotto forma di fantasmi tra quelle mura.
Sarà una delusione d'amore e la conseguente presa di posizione per diventare qualcuno, a portare un equilibrio instabile nella vita di Pietro e, complice anche l'infatuazione per l'affascinante fantasma Luca Veroli, a decidere di aiutare e farsi aiutare dalla Compagnia da una parte a risolvere l'enigma riguardante la loro dipartita, dall'altra a diventare un attore (anche se con esiti comici).

Magnifica presenza si avvale di un cast come sempre di alto livello, Ozpetek raggruppa sotto la sua direzione nomi come Vittoria Puccini, Margherita Buy senza tralasciare le sue origini inserendo l'attore turco Cem Yilmaz. Ma su tutti prevalgono Elio Germano che si conferma con la sua tenera interpretazione uno degli attori italiani più bravi del momento e Giuseppe Fiorello che dopo Terra Ferma si scrolla di dosso l'etichetta di attore da fiction. Anche la colonna sonora, come sempre azzeccatissima, rende riconoscibile il film già dai titoli di testa.
Certo, il tema sui fantasmi, alcuni personaggi che compaiono in veste di vere e proprie macchiette (vedi la cugina del protagonista Maria e il cameo di Platinette) fanno del film un confuso mondo a sé ma è un mondo del tutto godibile e spensierato in cui immergersi e perché no, per riflettere senza troppi drammi sull'Italia che fu e sull'Italia come ora è.

18 marzo 2012

Ogni Cosa è Illuminata

La Domenica Letteraria

Inizia con questa domenica di marzo la nuova rubrica di In Central Perk dedicata al mondo dei libri. Libri amati, vissuti, libri su cui piangere, su cui ridere e su cui riflettere. Libri da consigliare insomma.
Partiamo con Ogni cosa è illuminata!

Il libro del 2002 di Jonathan Safran Foer è stato salutato da molti come il riscatto delle letteratura americana di inizio secolo. Ancora dentro la cultura ebrea, abbandona però i temi classici sul rapporto con i genitori e il sesso tipici del compaesano Philip Roth, per raccontare l'avventura autobiografica dell'autore che dall'America si mette in viaggio verso l'Ucraina alla ricerca della donna, Augustine, che salvò suo nonno dai nazisti.
Partendo dalla sua bis bis bis bis bisnonna Brod, Jonathan si mette in gioco in prima persona lanciandosi verso la narrazione intrecciata dei suoi avi e delle loro disavventure nell'ormai dimenticato paese di Trachimbrod, di cui ricostruisce con voli di fantasia, una personale storia. Ma protagonisti di questo romanzo tanto affascinante quanto buffo è anche la famiglia Perchov, che con la sua agenzia Viaggi Tradizione accompagnerà il nostro (e loro) eroe nella ricerca. La compagnia, composta dal nonno finto cieco, dal nipote americanizzato dal cuore d'oro e dalla puzzolente cagnolina Sammy Davis Junior Junior instaureranno col tempo un rapporto di fiducia e di amicizia, contribuendo, in un modo del tutto metaletterario alla scrittura del romanzo. Lettere, diario, prosa, tutto porterà alla realizzazione di un vero capolavoro da cui nel 2005 è stato tratto l'omonimo film.


"Questo è amore sì o no? 
Quando noti l'assenza di qualcuno, 
e detesti quell'assenza più di ogni altra cosa. 
Ancora più di quanto ami la sua presenza."

17 marzo 2012

Away We Go (American Life)

E' già Ieri. -2009-

Sam Mendes non si smentisce.
Dopo American Beauty, Jarhead e Revolutionary Road anche con American Life (“traduzione” italiana del titolo originale Away we go) continua infatti la sua sottile critica alla società americana e alla sua perdita di valori.

La storia racconta di Verona e Burt, coppia di trentenni particolari, forse ancora ragazzi, che si ritrovano ad aspettare un figlio. Mancato l’aiuto dei nonni -che decidono di abbandonarli per vivere il loro sogno di vivere ad Anversa- i due partono per un viaggio attraverso l’America che si rivela un viaggio per conoscersi e per cercare il loro posto nel mondo.
Da Phoenix a Tucson, dal Wisconsin a Montreal e Miami, ogni tappa sembra però rivelare un Paese malato, incapace di ascoltare i propri figli, le loro pretese, di credi e teorie strampalati (magnifica l’interpretazione di Maggie Gyllenhaal). Pessimismo e mancanza di sentimenti veri sembrano ormai comuni, fino a quando non incontrano, in quella che dovrebbe essere l’ultima tappa del loro viaggio, una famiglia vera, dove sintonia e complicità finalmente regnano, una famiglia che paradossalmente non è una famiglia classica, ma si compone di culture diverse, di storie diverse, di adozioni.
Il viaggio diventa così un viaggio dentro loro stessi, i loro sentimenti, le loro paure e li rende consapevoli di ciò che davvero e solo serve per essere una famiglia: l’amore.

Le tappe che lo stesso Mendes ha affrontato per girare il film portano i segni della sua bravura, la critica è certamente meno mordace rispetto ad American Beauty, il finale sicuramente più rassicurante e positivo di Revolutionary Road
L’America è messa al vetriolo ma c’è ancora speranza.
Il viaggio attraverso le sue contraddizioni, il viaggio per imparare a scegliere e a conoscere, il viaggio per trovare il proprio posto nel mondo si conclude con il ritorno al proprio passato, alle proprie radici, perché solo grazie a queste possiamo crescere e costruire. 





15 marzo 2012

Silenzio in Sala

Non molte le uscite da segnalare questa settimana dove spicca fra tutti il cinema italiano con il ritorno di Ozpetek. Ecco comunque cosa ci aspetta:

Magnifica presenza
Il regista turco torna dietro la macchina da presa e come sempre raduna un cast di alto livello -Elio Germano, Margherita Buy, Vittoria Puccini, Beppe Fiorello- per raccontare l'avventura di un giovane siciliano che lascia il lavoro di panettiere per cercare di sfondare nel cinema. La casa romana in cui andrà a vivere sarà però infestata da fantasmi, dall'iniziale paura e diffidenza si creeranno però dei rapporti speciali.
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10 regole per fare innamorare
Ennesima commedia romantica e giovanile che vede al centro dell'azione la nuova star del web Guglielmo Scilla in arte Willwoosh che stila, con l'aiuto degli amici e del padre farfallone, un decalogo sull'amore. Abbinato al film, l'uscita del libro. Mah.
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Anvil!
Documentario di nicchia racconta la storia della metal band di Toronto, gli Anvil!, che negli anni d'oro del genere sono stati ad un passo dal successo ma che ora sono costretti da anni a suonare in piccoli pub per un pubblico di affezionati. La passione dei due fondatori del gruppo con gli anni non è però cambiata e questo, nonostante tutto, è quello che conta.
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14 marzo 2012

I Tenenbaum

Once Upon a Time. -2001-

Prendi Wes Andreson, regista sgangherato ma geniale, aggiungici un cast stellare che vanta vecchie glorie (Anjelica Huston, Bill Murray, Danny Glover e Gene Hackman) e nuove stelle (Gwyneth Paltrow, Ben Stiller e Luke e Owen Wilson) e costruiscici una famiglia al limite dell'assurdo e proprio per questo reale.
Negli anni '70 i coniugi Tenenbaun hanno 3 figli: Margot una talentuosa scrittrice, Chas un genio della finanza e Ritchie un campione del tennis. In più c'è Eli, l'amichetto che tanto vorrebbe vivere in famiglia. Ma passati gli anni la famiglia si è sfaldata, i genitori hanno divorziato e i figli sono nell'ordine una malinconica e depressa sposa di uno psicanalista, un traumatizzato vedovo che vede pericoli in ogni angolo e un fallito giocatore alla ricerca di una nuova passione.
I tre torneranno a vivere nella casa materna e il padre, con la scusa di essere in procinto di morire, cercherà di riconquistarli grazie all'aiuto del buffo maggiordomo indiano e di un'inventiva del tutto particolare che porterà a situazioni folli ma tenere.
Anderson conferma con questo lungometraggio tutto il suo stile, fatto di colori accesi e di narrazione che sia nel montaggio che nella fotografia risulta frizzante, giovane e veloce. Il successo de I Tenenbaum si mantiene nonostante il decennio ormai trascorso e le continue visioni a riprova che i bei film, anche se commedie inoffensive ma tutt'altro che banali, sono senza tempo.



13 marzo 2012

Beginners

E' già Ieri. -2010-

Un film magico, surreale, che fa scintille come i fuochi d'artificio e che con la sua grazia e leggerezza illumina chi lo guarda.
Non è così esagerata questa definizione per Beginners, film del 2010 dell'acclamato regista Mike Mills, perché il modo in cui decide di mettere in scena una storia in parte autobiografica è decisamente unico e per questo accattivante ed emozionante.
La trama è sintetizzabile in poche righe: Oliver è un giovane artista il cui padre, dopo la morte della moglie, ha confessato inaspettatamente di essere gay e di voler esplorare questo lato della sua vita. Dopo soli 4 anni e la scoperta di un nuovo compagno, anche il padre però muore per un grave cancro ai polmoni lasciando Oliver solo con il suo cane -il Jack Russel Arthur- a cercare di andare avanti. Ad aiutarlo sarà l'incontro con l'attrice francese Anna, di cui si innamorerà e con cui cercherà, nonostante un buffo inizio, di costruire la stabilità.
Sarà proprio attraverso questo nuovo e dolce amore che il regista decide di raccontare la storia: flashback interconnessi, narrazioni in prima persona, presentazioni didascaliche e lo stesso Arthur che, sottotitolato, esterna i suoi pensieri; il tutto compone un film che proprio nella scelta di narrazione pone forza e originalità. Ma gli attori non sono da meno con un Ewan McGregor sofferto e romantico e una Mélanie Laurent bella e brava, anche se a rubare la scena è l'82enne Christopher Plummer che grazie alla sua interpretazione è diventato il più anziano vincitore di un Oscar.
Apprezzato e amato da pubblico e critica nel mondo, in Italia è uscito direttamente per il mercato home video non dando la possibilità di apprezzarlo su grande schermo come invece, un tale piccolo gioiello, meriterebbe.


10 marzo 2012

The Breakfast Club

Once Upon a Time. -1985-

E' uno dei cliché classici ripreso ormai da ogni telefilm per giovani: un gruppo di studenti, chi per un motivo chi per un altro, viene messo in punizione, costretto alla "prigionia" nella biblioteca della scuola e alla convivenza forzata con coetanei sconosciuti/odiati.
The breakfast club parte da questa condizione (poi negli anni ripresa da Misfits o Dawson's Creek, solo per citarne alcuni) facendo un quadro generazionale di quegl'anni di ribellione e di cambiamento che erano gli anni '80.
Una reginetta, un delinquente, un cervellone, una ritardata, uno sportivo. Questi gli stereotipi in cui si ritrovano incastrati i 5 ragazzi costretti da un burbero e demotivato preside a passare il loro sabato tra le mura scolastiche a riflettere su cosa essi siano.
Ma da questa riflessione e soprattutto dalla volontà di far passare il tempo, scattano nuove alchimie: amicizie, confessioni, amori... E un ritratto veritiero dell'essere giovani, delle pressioni e le aspettative che ancora non sono cambiate.
La recitazione assolutamente naturale dei giovani attori vede spiccare su tutti il bullo John Bender, istrionico e catalizzatore è il fulcro del film. Caratterizzato anche da una colonna sonora rockettara e di successo, The breakfast club è ormai diventato di culto proprio per la sua capacità di essere senza tempo.




9 marzo 2012

In Time

Andiamo al Cinema.




In un futuro lontano gli umani si ritrovano ad avere come moneta di scambio non più spiccioli e banconote, ma il tempo, il loro tempo di vivere. Biologicamente l'età si è fermata a 25 anni e un innesto nel braccio mostra loro, sempre, il tempo rimanente, quanto manca alla loro fine. Divisi in città a fasce "di reddito", sono in molti a ritrovarsi a barattare qualche minuto per riuscire non solo a saldare i propri debiti ma a sopravvivere. Will Salas si trova proprio in una Time Zone di periferia, dividendosi tra un lavoro monotono e ripetitivo e le uscite con gli amici per aiutare la madre. Sarà l'incontro fortuito con un centenario ricco e stanco a cambiare la sua vita, perché prese le sue difese da una gang locale, riceverà in regalo tutto il suo tempo (più di 100 anni) ritrovandosi improvvisamente ricco. Ma questo non basterà a salvare la madre e la sua drammatica perdita  sarà il motivo in più a spingere Will alla vendetta e all'azione contro una distribuzione ormai fuori controllo.
Come un moderno Robin Hood, si insidia nel Greenwich, luogo esclusivo per ricchi, dove conosce e rimane affascinato dall'ereditiera Sylvia. I custodi del tempo sono però sulle sue tracce, perché dietro questa iniqua distribuzione vi è un machiavellico progetto di esclusività: per l'immortalità di pochi, molti devono morire. Si parte così per rocambolesche fughe e corse contro il tempo, con l'amore che sboccia e colpi di scena ricchi di suspense per cercare di sovvertire un sistema e cambiare finalmente le cose.

In time conferma il regista Andrew Niccol come uno specialista nel genere fantasy/action dopo i successi di Gattaca e S1m0ne, che rischia mettendo nei panni del protagonista un Justin Timberlake capace però di rendersi credibile ed apprezzabile. Certo, il film si presenta sotto molti aspetti e scelte stilistiche come un classico film d'azione catastrofico ma il tema di fondo, la lotta alla sopravvivenza e le disuguaglianze sociali, sono quanto mai attuali e forse solo con la scelta estrema di rappresentarle visivamente con un continuo conto alla rovescia ci permette di aprire gli occhi su quella che è la nostra, ormai, quotidiana lotta.

8 marzo 2012

Silenzio in Sala

Uscite di nicchia nei cinema questa settimana. Ecco una carrellata dei film da non perdere!

Young Adult
La coppia d'oro Reitman-Cody torna a collaborare dopo i successi di Juno e Tra le nuvole. La storia è quella di una sorprendente Charlize Theron, ormai cresciuta ma ancora abituata a vivere come una supponente giovane reginetta del liceo. Il ritorno nella città natale sarà motivo di riflessione e sicuro divertimento per quella che è già stata definita la protagonista più odiosa degli ultimi anni.
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La sorgente dell'amore
Lasciate le vicende colorate e impossibili degli ebrei in Train de vie e il mondo poetico della musica de Il concerto, Radu Mihaileanu ci porta nell'Africa del nord dove una giovane si ribella alla tradizione del suo popolo in cui le donne devono percorrere una lunga e tortuosa strada per portare l'acqua al villaggio. Come? Uno sciopero del sesso.
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Là-bas
Potrebbe essere una versione seria di Benvenuti al Sud, ma il film di Guido Lombardi è un modo crudo e potente di raccontare le implicazioni mafiose sull'immigrazione. Partendo dalla strage di Catelvolturno del 2008 quando vennero uccisi 6 immigrati dai boss dei Casalesi, Là-bas racconta dal punto di vista spesso dimenticato degli extracomunitari quella che è la loro vita quotidiana.
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John Carter
Andrew Stanton abbandona il magico mondo dell'animazione (dopo successi come Monster & Co. e Wall-e) per portarci su Marte mescolando sapientemente live action e personaggi creati in digitale. Orfani di un film di Natale siglato Disney, ci si può rifare con le avventure di John Carter.
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L'arrivo di Wang
I Manetti Bros. tornano e raccontano con il loro umorismo nero la strana vicenda di un'interprete che si ritrova tra le mani un lavoro del tutto straordinario.
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A simple life
Giudicato come uno dei migliori film in circolazione, A simple life è un film orientale e quindi di difficile programmazione e ricezione. I tempi si sa sono più dilatati, ma le recensione ottimistiche e l'amore che la protagonista sa suscitare fanno ben sperare.
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6 marzo 2012

Plumcake!

Il Fabbricatorte

Un dolce della tradizione perfetto per una colazione gustosa e salutare: il plumcake è facile da preparare ma ancora di più... da mangiare!

INGREDIENTI

300g farina
4 uova
180g di burro
70g cacao amaro
200g zucchero
1/2 bustina di lievito
1 tazzina di latte
1 pizzico  di sale

PROCEDIMENTO

In una terrina montare le uova e lo zucchero fino a formare una massa spumosa e compatta. Sempre mescolando aggiungere il latte e il burro, gradatamente amalgamare la farina, il sale e il lievito. Per ultimo unire il cacao (70g sono un valore indicativo per un sapore delicato, se si preferiscono i gusti più decisi aumentare la dose).

Quando l'impasto sarà ben uniforme preparare lo stampo per plumcake imburrandolo e infarinandolo, riempire con il composto livellando per bene la superficie ed infornare a 170° per 60 minuti.
Lasciare raffreddare e... Buon appetito!




5 marzo 2012

Hysteria

Andiamo al Cinema.


In quell'Ottocento un po' bacchettone, quasi una donna su due era macchiata di soffrire di isteria. Una "malattia" che comprendeva frustrazione, scatti d'ira, apatia. La cura? Provocare un parossismo, più semplicemente, un orgasmo.

Hysteria racconta dell'invenzione nata un po' per caso un po' per necessità dell'oggetto che ha sconvolto il mondo, e non solo quello femminile di quegli anni: il vibratore.
Protagonista di questa divertente storia è un impacciato Mortimer Granville, giovane medico alla ricerca di imporre un metodo moderno di medicina (che comprende le più normali norme igieniche per combattere degli esserini invisibili chiamati germi) in una Londra vecchia e tradizionalista. Da un impiego all'altro incappa nello studio del Dottor Dalrymple che cura l'isteria femminile con lo stancante ma a suo modo efficace metodo "a mano".
Ma in casa del dottor Dalrymple, Mortimer troverà molto più di un lavoro, l'amore corrisposto per la figlia perfetta Emily ma anche l'inspiegabile attrazione per la sorella Charlotte, donna moderna che lavora e aiuta il prossimo rivendicando i suoi diritti di donna.

Hysteria non è certo il classico film storico ma è più una commedia in costume che attraverso l'elemento del vibratore racconta una classica storia d'amore che ha molti ostacoli da infrangere. Si ride e ci si emoziona quindi, con degli attori che incarnano la grazia e l'eleganza di fine '800 (Hugh Dancy e Maggie Gyllenhaal attraggono) e su cui però spicca Rupert Everett, che in quegli anni avrebbe dovuto nascere visto il modo disincatato e perfetto con cui da anni ormai interpreta ruoli in costume, e che è la spalla comica per le scene più divertenti.
Distante quindi dall'erotismo spudorato di Shame, Hysteria parla di sesso in modo naturale e per questo sorprende piacevolmente.
Da non perdere, nei titoli di coda, la comparsa di un acquirente del magico oggetto del tutto particolare.

4 marzo 2012

Boardwalk Empire

Quando i film si fanno ad episodi.

Motivi per vedere questa serie:
- l'episodio pilota è diretto nientemeno che da Martin Scorsese
- Scorsese è anche tra i produttori, assieme all'attore Mark Wahlberg e lo sceneggiatore Terence Winter
- Il suddetto Winter altri non è che lo sceneggiatore della serie cult I Soprano
- Protagonisti del telefilm sono il grande Steve Buscemi e il bello/maledetto Michael Pitt

Se non vi bastano questi 4 punti, si aggiunga che Boardwalk Empire parla di quegli anni oscuri del proibizionismo, in una città viziosa come lo può essere Atlantic City che grazie a truffe, accordi mafiosi e mazzette riusciva a mantenere inalterato il flusso di alcoolici nei suoi locali. A dividersi la fetta erano gli italiani, gli irlandesi, i politici e i neri.
Nella serie ognuno ha il suo spazio ma la trama si sofferma più sull'ascesa e il declino di Enoch "Nucky" Thompson, tesoriere della città ed implicato in ogni genere di corruzione che vedrà, nella seconda stagione, il suo impero insediato dal suo protetto Jimmy Darmody.
A far da sfondo anche le vicende amorose dei due, con la ricerca della stabilità accompagnata però dall'incapacità di mantenerla, in un eccesso di azione e segreti che andrà ad intaccare anche i moralismi di Van Alden, agente dell'FBI che indaga per incastrare i due.
Le scene sono forti, sia per temi che per dialoghi, ma la fotografia rende quegli anni così oscuri molto più chiari e decisamente cinematografici che ha permesso alla serie di fare incetta di premi negli scorsi anni (tra gli altri il Golden Globe come miglior serie drammatica e miglior attore nel 2011).



3 marzo 2012

Paradiso Amaro

Andiamo al cinema.


La notte del 26 febbraio in molti erano convinti di vedere George Clooney sul palco del Kodak theatre con una statuetta in mano. L’attore è stato però battuto da Jean Dujardin e il suo The artist ma ciò non significa che George nel ruolo di un genitore che il genitore non lo sa fare, non sia assolutamente credibile e del tutto a suo agio.

In paradiso amaro infatti si cala nei panni di un Matt King, genitore sempre stato assente, impegnato nel suo lavoro di avvocato, che lascia alla moglie la difficile crescita delle sue due figlie. Ma quando questa stessa moglie dopo un incidente in barca finisce in coma irreversibile, tutto cade sulle sue spalle, e la realtà con cui dovrà fare i conti sarà ancora più complicata di quanto pensi: la moglie lo tradiva, lo voleva lasciare dopo anni di matrimonio senza più passione e sentimento.
Ma da quello che sembrerebbe un duro colpo da sopportare, Matt parte per recuperare l’amore e il dialogo con le figlie, soprattutto con la maggiore, Alexandra. E così la famiglia King assieme allo stralunato Sid (espediente comico in più di una scena) si mette alla ricerca dell’amante misterioso e nel farlo troverà una ragione per stare assieme, per volersi bene.

 Alexander Payne, già regista acclamato di A proposito di Schmidt e Sideways, dirige un George dismesso e umano, adattando benissimo il romanzo Eredi di un mondo sbagliato di Hemmings,  da cui il film è tratto. Candidato a 2 Oscar è infatti riuscito ad aggiudicarsi la statuetta per miglior sceneggiatura non originale, proprio perché in Paradiso amaro sono i dialoghi, taglienti e ritmati, a rivelare il rapporto genitore-figlie non idilliaco, così come la voce narrante di Matt riesce a fare da contrappunto ad un’interpretazione fatta più di gesti e sguardi che di parole.
Ambientato alle Hawaii, ciò che vediamo si distanzia molto dall’immagine da cartolina a cui siamo abituati, il film affronta anche i legami con la propria terra, perché l’altro grande affare che preoccupa Matt è la vendita di un lotto di terreni appartenente alla sua famiglia da generazioni. Il paradiso incontaminato che l’arcipelago era, sembra ormai solo un ricordo, un paradiso amaro e crudo  com’è ora la vita dei King, ma la speranza, la normalità, sono ancora possibili basta trovare qualcosa o qualcuno a cui aggrapparsi.

2 marzo 2012

Silenzio in Sala

In Central Perk ha cambiato look e da ora ogni giovedì vi aggiornerà sulle uscite in sala più importanti!
Vediamo cosa ci aspetta questo fine settimana...

50/50
Joseph Gordon-Levitt è ormai un attore affermato. Conosciuto per la splendida interpretazione in (500) giorni insieme, ora è al cinema con Hesher è stato qui, in cui è un delinquente capellone, e con 50/50 in cui è Adam, giovane malato di cancro che ha il 50% di possibilità di sopravvivere. Come affrontare la malattia sarà la chiave per stare bene, con gli amici, con una ragazza on/off, ma soprattutto con se stesso.
Le lacrime sembrano assicurate ma il cinema di Jonathan Levine specializzato in film indipendenti saprà dare leggerezza e inaspettata allegria al tema.
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Posti in piedi in paradiso
Ennesima commedia italiana (che sembra ormai sfornare solo queste) ma che potrebbe allontanarsi dalla solita comicità grezza e chiassosa. Con un cast all stars (Favino tra tutti), il nuovo film di Verdone parla di divorziati in crisi personale ed economica, che nella convivenza trovano un nuovo modo di confrontarsi e di aiutarsi.
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The Woman in Black
Daniel Radcliffe è pronto a lasciarsi alle spalle Harry Potter e sceglie questo thriller/horror per farlo. Una casa infestata, atmosfere cupe e scenografie gotiche promettono bene ma le recensioni sono finora discordanti. Nì.
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Cesare deve morire
Dopo aver vinto l'Orso d'oro alla Berlinale il film dei fratelli Taviani arriva anche nelle nostre sale. Cesare deve morire è un film/documentario che ci addentra nel mondo Altro del carcere, nel padiglione di chi in quella condizione, dietro le sbarre, sarà costretto a rimanere fino alla fine dei suoi giorni. L'allestimento a Rebibbia del Giulio Cesare di Shakespeare è il punto di partenza per una riflessione sulla vita.
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