21 settembre 2012

Eva contro Eva

Once Upon a Time. -1950-

14 candidature ai premi oscar, 6 statuette vinte, di diritto tra i miglior film di sempre non solo d’America ma del cinema mondiale. Vi aspettate il classico film soporifero, con un bianco e nero polveroso? Sbagliato, perché Eva contro Eva a distanza di 62 anni mantiene una freschezza e un’attualità inarrivabili.
L’attrice all’apice della sua fama attanagliata però dall’ansia di invecchiare che si lascia imbambolare da un’apparente povera fanciulla che porterà scompiglio ed intrighi nella sua vita, rischiando di rovinare matrimoni e carriere, è nota e spesso e volentieri viene citata tra serie tv, cartoni animati e altri lungometraggi (da I Simpson a Almodovar, giusto per fare due nomi). La grande diva, dispotica ma dal cuore d’oro contro un’arrivista disposta davvero a tutto la cui natura è ambigua per la maggior parte del film e lascia nel dubbio lo spettatore, il lusso, gli eccessi di un'epoca... Ma la forza di questa pellicola va al di là della trama ricca di colpi di scena e sta soprattutto su come questa viene raccontata: la voce fuori campo del critico teatrale Addison DeWitt e delle varie protagoniste -che è sì un cliché del cinema anni ’40-50 ma prende in Eva contro Eva una vitalità interessante-, un inizio che permette di intravedere un passato ambiguo e che quindi ci viene mostrato in un lungo flashback, ma soprattutto dei dialoghi sublimi, moderni, inarrivabili, come solo Hollywood sapeva costruire.
Tutto questo va unito a delle interpretazioni straordinarie: Bette Davis, Anne Baxter e Celeste Holm danno il meglio di sé e per questo hanno giustamente meritato una candidatura all’Oscar collettiva, tra miglior attrice e miglior attrice non protagonista. Infine, come se tutto questo non fosse già abbastanza, la visione è consigliata per scorgere una giovane e già bellissima Marilyn Monroe, starlette alla prime armi.


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