11 marzo 2013

Shame

E' già Ieri -2011-.


Se Shame ha dato scandalo a Venezia nel 2011 c’è più di un motivo. Non solo le numerose ed esplicite scene di sesso né solo per i momenti in cui Michael Fassbender appare completamente nudo. Ciò che più ha sconvolto critica e pubblico è il tema centrale del film: l’appiattimento dei sentimenti, l’aridità dell’amore. Steve McQueen mostra infatti con distacco e freddezza le abitudini quotidiane di Brandon, giovane uomo in carriera, vero e proprio sesso-dipendente, capace di masturbarsi in continuazione anche a lavoro e di vivere avventure da una notte o a pagamento senza il minimo senso di colpa.
La sua routine viene però sconvolta dall’arrivo della fragile sorella Sissy che chiede ospitalità nel suo appartamento. La ragazza, brava cantante, ha a sua volta un rapporto contraddittorio con l’amore a cui si abbandona e per cui ogni volta soffre cercando nell’altrove la soluzione per stare meglio. La sua presenza sarà l’unica però a smuovere qualcosa in Brandon, ma nemmeno il suo tentativo di vivere un amore, cercando di gettare via tutto ciò per cui aveva fino ad allora vissuto gli riesce, e ricadere nel baratro delle follie sessuali sarà più facile di quanto sembra.

I colori cupi e grigi del film simbolizzano bene la situazione di questa “famiglia”, in cui gli affetti sembrano vivere solo di rabbia e risentimento, dove il loro equilibrio è sempre precario.  Così come la colonna sonora che varia da brani classici alla bellissima interpretazione della Mulligan di una versione particolare di New York, New York, sottolinea la situazione incerta e instabile dei due.
Ma non è solo il tema ad essere difficile e spinoso, anche la narrazione stessa lo è, visto che non assistiamo ad una classica evoluzione di una trama ma ad una visione a sprazzi (come l’inizio, un montaggio che sempre ritorna al punto di partenza), senza tanta retorica né commenti, alle vicende di Brandon che ci porta ad un finale ambiguo ma profondo, che forse allude ad uno sperato happy end.
Gli attori, Fassbender e la sempre e bella Carey Mulligan, riescono alla perfezione ad incarnare questi moderni e fragili personaggi, rendendoli drammaticamente reali. Ecco quello che veramente colpisce e scandalizza, la verità che impregna il film, vero specchio di una società alla deriva dove l’amore sembra non aver posto.

9 commenti:

  1. All'epoca mi deluse tantissimo. Un misto di hype da MTV su quanto sarebbe stato esplicito (assai poco alla luce dei fatti) e di tipico film furbetto statunitense realizzato alla maniera di quello che negli USA si pensa gli europei considerino cinema d'autore. Da qui il montaggio alla carlona e la fotografia funebre.
    Il valore di questi prodotti vuoti è che ognuno può riempirli come vuole, e vederci un po' di tutto. Per alcuni funziona e per altri no, a Steve McQueen è andata proprio di lusso.
    E secondo me l'amore nel film un suo posto ce l'ha: se ben ricordo il protagonista si blocca quando deve farlo con la collega di colore, per cui evidentemente prova qualcosa.

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    1. A McQueen non è andata di lusso, è andata come doveva andare perchè ha delle capacità notevoli dietro la macchina da presa! La fotografia, il montaggio, le interpretazioni tutto è in una luce unica distante dallo stile MTV e vicino al cinema d'autore europeo (regista e attore sono inglesi/irlandesi).

      L'amore c'è ma risulta asettico e inesprimibile, bloccato da tutto il resto.

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  2. uno dei film fondamentali della nostra epoca.
    così, giusto per essere poco esagerati... :)

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    1. Devo ancora capire se ho adorato più questo o Hunger... penso opterò per adorare McQueen7Fassbender!

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  3. Fantastico! Lo visto al cinema e ne sono rimasto tramortito. Non l'ho apprezzato subito, l'ho metabolizzato piano piano nel percorso dal cinema verso casa, definendolo infine un capolavoro!

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    1. Visto al cinema anch'io e rimasi abbastanza ammutolita, c'è voluto un bel po' per interiorizzarlo, ma sì, è un capolavoro!

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  4. L'ho recuperato solo di recente.
    Se fossi donna avrei paura di uno che mi guarda come Brandon. :D
    McQueen era un videoartista e la sua mano si sente... alcune sequenze puntano un po' troppo sull'estetica e tanta minuziosa ricerca dell'inquadratura perfetta fa perdere forza al film, che comunque si fa notare nel panorama.
    E, ah sì: io ho detestato quell'interpretazione di New York, New York. :D

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    1. L'interpretazione è solo un filino lunga, continuavo a chiedermi quando sarebbe finito pur adorando la Mulligan!
      McQueen ci sa fare, ha una mano davvero esperta e credo siano quelle inquadrature perfette ed esteticamente giganti a rendere unico il film (al di là della trama).
      E, sì, lo sguardo di Brandon è davvero inquietante!

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  5. Grandissima coppia Fassbender/McQueen!

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