22 novembre 2013

Giovane e Bella

Andiamo al Cinema

François Ozon è da sempre una piccola certezza.
Il regista francese, parecchio prolifico (Nella Casa è di giusto un anno fa), ha sempre soddisfatto le esigenze del caso, percorrendo un percorso artistico pluridirezionale e mai uguale a se stesso.
Presentato a Cannes, il suo ultimo film non ha ricevuto riconoscimenti particolari, ma ha ancora una volta convinto la critica e portato quel pizzico di scandalo sulla Croisette che non fa mai male, mettendo su schermo (come se non bastassero le viziatelle di Bling Ring o di Spring Breakers) un'altra giovane tanto annoiata quanto intraprendente.


Partiamo dai lati positivi: Giovane e Bella trabocca stile ad ogni inquadratura, confezionato ad hoc, con colonna sonora preziosa (quattro brani di Françoise Hardy a fare da leitmotiv) e montaggio sopraffine che incorniciano una protagonista bella come poche. Marine Vacth incanta e quasi disturba con la sua perfezione, quel suo essere sensuale e algida non lascia nessuno indifferente e anche se le sue espressioni non sono proprio da Oscar, ma nemmeno lo richiedono vista l'apatia del suo personaggio, le si perdona tutto.
Isabelle è infatti una ragazza apparentemente come le altre, decisamente più bella delle altre, sembra però chiusa in un mondo tutto suo, dove lascia fuori genitori e amici e lascia occasionalmente entrare il fratello minore. In questo suo mondo, senza un apparente motivo, la fresca diciassettenne inizia a prostituirsi. Si registra in un sito di incontri, si fa pagare 300 euro a prestazione e gestisce il tutto in modo impeccabile. La verginità è stata persa quasi come un peso in una spiaggia in piena estate, portandola a un'epifania in cui, forse incantata da se stessa, prova piacere in quel che fa. Il piacere sembra però essere ben lontano nei vari incontri, svilenti, che la rendono sporca, che la spingono a documentarsi in siti pornografici ma che la riempiono dopo, quando tutto diventa un ricordo.
Questa sua vita segreta non può però durare per sempre, e finirà per l'essere scoperta nel modo più tragico dalla famiglia, che cercherà di tirare fuori la giovane da un circolo vizioso che l'ha resa potente e sicura di sé, tra psicologo e un ritorno alla purezza della sua età (con tanto di festa in stile Il tempo delle mele -cit.-) che non ha però il potere della salvezza.
L'amore per un coetaneo non basta, infatti, quello che serve è un momento catartico, per quanto surreale e irreale, che le faccia prendere coscienza di sé e farle tornare il sorriso sulle labbra.


Se ci sono dei lati positivi, però, ci sono ovviamente anche quelli negativi.
In primis quello di una realtà che è ben peggiore della finzione: se Ozon parte nel suo racconto dalle giovani universitarie che in Francia hanno iniziato a prostituirsi per mantenersi, si è ormai arrivati a peggio con le varie baby-squillo romane e i pessimi esempi di una generazione alla sbando.
Isabelle non risolleva di certo la morale, la sua esperienza non sembra dettata dalla sete di denaro -visto più come una compensazione e un capriccio- né del piacere, ma è un vizio difficile da perdere che riempie le sue vuote giornate e la fanno sentire migliore.
Giovane e Bella finisce così per non scandalizzare troppo, né approfondire con più minuzia le motivazioni della ragazza e la traumatica scoperta della famiglia, abbozzata e lasciata in sospeso come altre storylines della trama.
Oltre alla Vacth, il cast è comunque in parte, con la madre (Géraldine Pailhas) affranta e indignata e il patrigno (Frédéric Pierrot, già visto in Les Revenants) cardine delle scene involontariamente comiche.
Il risultato è tutto sommato più che sufficiente, perchè Ozon il suo lavoro lo sa fare eccome, a partire dalla scelta della protagonista e dell'ambientazione che più francese di così non si può, e al suo ritorno alla divisione in capitoli, come già in CinquePerDue, con le quattro stagioni dell'anno a segnare l'evoluzione e la maturazione di Isabelle.
Il finale la lascia però in sospeso, con uno sguardo enigmatico che entra nello spettatore e lo lascia altrettanto sospeso, a valutare pregi e difetti di una pellicola ben fatta ma non così incisiva.


4 commenti:

  1. Film che affascina e che mi è piaciuto. Nel caso ti andasse un confronto d'opinioni ho pubblicato la mia recensione ieri!

    RispondiElimina
  2. Aggiungo all'ennesima lista di film da vedere! Lui e la Vita di Adele sono quelli recenti che devo recuperare alla svelta, possibilmente!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Adele è da vedere ASSOLUTAMENTE! Questo merita, ovvio, ma mi gli mancava qualcosa...

      Elimina