5 settembre 2015

Venezia 72 - The Danish Girl


Lo si deve ancora vedere sul red carpet veneziano, ma già si sa, Eddie Redmayne calcherà sicuramente quello dei prossimi Oscar.
Lui, di certo, splendido e toccante, ma pure un'incredibile Alicia Vikander che da A Royal Affair a Ex Machina sta inanellando interpretazioni via via più importanti, che hanno il suo apice (al momento) proprio qui.

Tom Hooper che quell'Oscar lo ha già vinto con Il discorso del re, potrebbe giocarselo anche con The Danish Girl,  visto che come per il precedente non ci risparmia momenti da lacrima facile ma che appaiono decisamente più sinceri. Il merito è in una storia -vera- raccontata con molta molta delicatezza, su un tema non facile, né oggi né tantomeno negli anni '20, di un uomo che uomo non si sente, che quel corpo che la natura gli ha dato non sente suo.
Tutto appare in armonia, inizialmente, nel matrimonio pieno di amore e di passione tra Einar e Gerda. Entrambi pittori, di successo lui, ancora nell'ombra lei, lavorano assieme, assieme vanno alle feste, assieme scherzano e ridono, come fossero ancora novelli sposi.
Proprio per scherzo, lui è costretto a posare nei panni di ballerina per un ritratto di lei, e per continuare questo scherzo, per assecondare un piacere che non sembra troppo strano, Einar si trasforma in Lili, ragazza carina ed elegante, accompagnando la moglie ad un ricevimento.
Ma lo scherzo da innocente che era, fa finalmente emergere i conflitti interiori di una vita, i bisogni e una natura repressa troppo a lungo.
Il percorso di accettazione, per Einar e Gerda, sarà duro, passerà per visite mediche che diagnosticheranno schizofrenia, omosessualità, cure con le radiazioni, fino all'incontro decisivo, con il medico che ha la soluzione giusta, seppur dolorosa e pericolosa: la riassegnazione del sesso, dando al corpo di Lili la giusta forma.
Einar è il primo nella storia a sottoporsi a un tale intervento, il primo forse a beneficiare di tanto amore, che è proseguito su tela, con Gerda che trova il successo, trova il suo stile nei ritratti di una donna enigmatica e sfuggente, una donna che ancora deve diventare.
Il racconto da tenero e romantico, diventa così struggente e delicato, capace di rimanere in equilibrio, di non cadere in facile pietismo o buonismo, colpevole forse solo di stare un po' troppo nel pianto disperato di Redmayne, di sottolineare con frasi ad effetto, che effetto fanno, quanto si pensa.
Tom Hooper si destreggia magnificamente in un tema simile, e ci riesce senza dubbio grazie a Redmayne, incredibilmente bello e credibile in panni femminili, che si trasforma nuovamente, che si fa sentire e si impone, in una bravura disarmante. Altrettanto brava una Alicia Vikander che si ama dall'inizio alla fine, cui spetta un ruolo non facile, di accettazione e sostegno, che se doveva rimanere nell'ombra, emerge invece per una forza che quel viso così giovane e delicato non si sapeva potesse avere.
Matthias Schoenaerts e Amber Heard fanno da contorno necessario ad un film che merita anche solo per il livello tecnico, con luci e fotografia che inquadrano splendidamente un'epoca e i suoi interni, con abiti da rubare uno ad uno al guardaroba di Gerda, neanche fossimo il marito.
Ci si commuove in più punti, ci si emoziona e si ride, si capiscono, soprattutto, le sofferenze e i conflitti.
Senza troppi dubbi, quindi, e senza nulla in contrario, anzi, un film simile lo si vedrà sicuramente, alla premiazione di sabato prima, alla stagione dei premi americani, poi.

3 commenti:

  1. Sembra essere un film tanto pazzesco quanto confezionato per la nomination (e magari anche la statuetta proprio...)

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  2. Che è confezionato per le nomination mi tange poco - il film ruffiano, se ben fatto, mi piace un mondo - e questo sembra imperdibile. Sperando di incappare nella ristampa del romanzo, in attesa di febbraio, confido nei due protagonisti. Soprattutto in Alicia, che è bellissima e da quel che leggo, da te e non solo, è meglio di lui. ;)

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  3. ma si sa che ci sono pellicole fatte ad uso e consumo della statuetta, più ancora che della nomination... a volte sono memorabili per davvero, se poi c'è questo splendido giovane che amo da "I & Marylin", vado sulla cieca fiducia

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