3 novembre 2015

Hand of God

Quando i film si fanno ad episodi.

Orfani di Sons of Anarchy, orfani soprattutto di tutto quell’odio che Ron Perlman sapeva suscitare nei panni del patrigno di Jax, tenetevi pronti, c’è una nuova serie che lo vede protagonista, e lo vede catalizzare l’odio dello spettatore.
O almeno il mio.


In Hand of God lo troviamo infatti nei panni di un ricchissimo giudice toccato da Dio.
Lo conosciamo nudo, immerso in una fontana del centro, a battezzarsi e pulirsi dai suoi peccati.
Cos'è successo?
Un trauma, probabilmente, uno shock emotivo per quel figlio che giace in ospedale in coma irreversibile dopo essersi sparato a causa dei sensi di colpa nei confronti di una moglie stuprata davanti ai suoi occhi.
Si è pronti a staccarlo dalle macchine che lo tengono in vita, quella moglie, distrutta dal dolore, vede una piccola luce in fondo al tunnel nel potergli dire addio, ma il giudice Pernell Harris, invece, non ci sta: Dio gli ha parlato, deve essere lui a trovare il colpevole, e così facendo, salverà la vita del figlio.
Tra allucinazioni rivelatorie e dialoghi soprannaturali, Pernell sembra sempre più inaffidabile, rischiando così di minare il piano di una vita del sindaco della città pronto con la sua colata di cemento a cementificare per sempre il rapporto con la multinazionale Brooks nella costruzione di un nuovo quartiere che cambierà per sempre l’assetto della città.
Come ben sappiamo, quando si mettono di mezzo politica e affari, tutto è concesso, e un pazzo che tiene le fila di molte proprietà, un pazzo che dice di parlare con il Signore e che inizia delle indagini private che portano, va da sé, ad omicidi, non è quello che ci vuole.
Avranno poco da fare una moglie insoddisfatta e preoccupata più per i suoi interessi che per l’amore della sua vita, quella nuora che è portata a soffrire nuovamente, più del dovuto, più della soglia umanamente sopportabile: Pernell è implacabile, e dalla sua ha un aiutante violento come lui appena convertito, e una coppia formata da un prete e una sensuale assistente che lo raggirano e lo rassicurano in cambio di denaro, in cambio di realizzare il loro sogno di predicatori di successo.


La serie prende così diverse vie, diverse storie da seguire, con altri personaggi il cui destino si intreccia a quello di Pernell, come la sua amante escort e un passato difficile, come i mille raggiri che quel sindaco che non ammette la sconfitta ha da fare.
Nonostante questo, nonostante le tante diramazioni, Hand of God si dimostra una serie solida, seriosa anche, ma mai fino ad annoiare.
Fin dall’episodio pilota approvato dal pubblico di Amazon che ha portato allo sviluppo di quest’intera stagione, la serie ha dalla sua un reparto tecnico notevole, guidato dal regista Mar Forster che mette in scena le allucinazioni sempre più veritiere e quanto mai inquietanti di Pernell, portando lo spettatore a dubitare più volte, a ricredersi e a cedere nuovamente a quanto sta seguendo, con una macchinazione che pian piano rivela i suoi ingranaggi.
Così rimane anche il finale, sospeso solo in parte, in cui si può credere o meno quello che si vuole.
Quello che è sicuro, è che Hand of God sa catturare lentamente, a suon di parabole e sensualità, costruendo un universo sfaccettato di personaggi, ognuno dei quali necessario e a tutto tondo per quanto sembri slegarsi man mano dalla linea principale.
Pernell/Ron Perlman compreso, anche se a prevalere, dal primo all’ultimo fotogramma, è quella sensazione di odio che fin da Charming si prova nei suoi confronti.



P.S.: Probabilmente lo avete notato, probabilmente visto il mio ritardo abituale nel rispondere ai commenti, no.
Sappiate comunque che da tre settimane a questa parte internet funziona a singhiozzi nella mia zona, motivo per cui aggiornare la pagina FB e rispondere a tutti è quanto mai problematico.
Sperando che sua maestà Telecom si sbrighi a risolvere il problema, portate pazienza, i mezzi di fortuna mi assistono giusto per postare quotidianamente, sigh.

4 commenti:

  1. Sono al quinto episodio, vado molto a rilento perchè - sembra stranissimo dirlo - in sto periodo non ho tempo e la sera, stranamente, mi sto addormentando molto presto. Mi stava piacendo, ho idea di riprenderlo e finirlo ovviamente

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    1. Ha un inizio un po' lento e un po' tanta seriosità, quindi che cali la palpebra soprattutto dopo una lunga giornata ci sta. Ma riprendilo, ne vale la pena!

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  2. Anche per me una serie che conquista con calma. Da metà stagione in poi diventa davvero niente male.
    E anche per me Ron Perlman è sempre davvero amabilmente odiabile. :)

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    1. Neanche troppo amabilmente :) ha dalla sua un phisique che mi urta a prima vista, che ci posso fare?

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