6 gennaio 2016

Il Piccolo Principe

Andiamo al Cinema

Un libro che è più di un libro.
Un libro che è diventato per molti un tesoro da custodire, da amare, a cui tornare quando la vita assesta i colpi più duri.
Il piccolo principe, con l'alone di mistero che avvolge il suo autore, quell'Antoine de Saint-Exupéry aviatore scomparso letteralmente nel nulla, è da sempre, o almeno da che ne ho memoria, il libro per ragazzi per antonomasia, il libro che in molti si portano nel cuore, che venerano, che citano.
La mia copia datata, regalata o già appartenuta a mia mamma, sta affianco a quella in francese, studiata al liceo, in cui quella lingua così dolce, si sposa ancora meglio ai disegni poetici e diventati classici che accompagnano le pagine.
Ma come portare su grande schermo un tale gioiellino? Come non far storcere il naso ai puristi, come non scontentare chi il libro lo ha amato, o come non dare nuova carne al fuoco a chi invece lo detesta per partito preso, o semplicemente come farlo conoscere alle nuove generazioni, facendoli avvicinare alla lettura, non allontanarli?


Con la magia.
Sembrerebbe questa la risposta più appropriata, quando esci dalla sala con gli occhi gonfi dalle tante (tantissime) lacrime che il film ti ha fatto versare, con il cuore colmo di gratitudine per quanto visto, che riesce non solo a non sminuire il libro, ma a rendergli omaggio, a dargli vita.
Il merito è di un'operazione che non è un semplice adattamento di quanto scritto da Antoine de Saint-Exupéry, ma è l'incastonare di quel libro in una storia più grande, che quel racconto cerca di spiegarlo.
La protagonista vera è infatti una bambina la cui madre ha programmato tutta la sua vita affinché diventi una donna forte e di successo: entrare nella scuola più esclusiva significa sacrificare tutto il resto, il tempo libero, l'amicizia, anche.
Ma tutto cambia quando il loro nuovo vicino stuzzica la curiosità della bimba con un semplice foglio, che atterra come un aeroplano nei suoi compiti di matematica: è l'inizio de Il piccolo principe, una storia che quel vecchio cerca da sempre di raccontare, una storia a cui vorrebbe tornare, lui aviatore geniale, ora folle vecchietto che spaventa l'ordinario quartiere.
Dal grigio di una vita solitaria, fatta di esercizi e ripassi, il colorato e divertente mondo separato da una siepe è quanto mai allettante, e così quella bambina accompagnata da una dolcissima volpe di peluche inizia a osservare le stelle, ad ascoltare il lungo viaggio di un principe in fuga dalla sua rosa, con i grandi a spaventarlo, con quel vecchietto a farle da maestro, da amico.


La storia del principino si fonde così con quella di una bambina di oggi, che si fa addomesticare, si fa amare, e ama un amico inaspettato.
Ed è questa quasi a sorpresa la parte che più si preferisce del film, quella che più emoziona, un nonno amorevole, che educa divertendo, che racconta e scrive: e mentre quelle pagine prendono vita con disegni fedeli, disegni dolci e poetici, in cui le stelle sono appese ad un filo, le nuvole sono di carta, il mondo reale fa ancora più paura. Un mondo grigio, dove si lavora e si lavora, dove si è dimenticato tutto, la magia, il divertimento, quelle stelle. Lo spesso principino si è perso, è cresciuto, si è fatto educare ad un mondo nuovo dimenticando tutto il resto.
Spiegando con metafore le altre metafore del libro, l'operazione di Marc Osborne colpisce nel segno, incantando e facendo riflettere, proprio come fatto da Saint-Exupéry.
Ad aiutarlo una musica dolcemente francese, un cast di voci che sia nell'originale (Rachel McAdams, Mackenzie Foy, James Franco, Marion Cotillard, Jeff Bridges, Benicio del Toro e Ricky Gervais) che in versione italiana (Paola Cortellesi, Stefano Accorsi, Micaela Ramazzotti, Toni Servillo, Alessandro Gassmann, Alessandro Siani, Giuseppe Battiston, Pif e Angelo Pintus) si prestano al ruolo, camuffandosi, nascondendosi, dando voce a personaggi entrati nel mito.
Nel suo dispiegarsi, nel suo interrompersi tra reale, letterario e fittizio, Il Piccolo Principe lascia dentro un sensazione di magia, di malinconia, di bellezza. Le lacrime che scorrono a fiumi sono garanzia di autenticità, di chi in quel vecchietto, in quella rosa, in quelle parole, sente anche dell'altro, sente qualcosa che sembra scritto apposta per lui, per lei, per me.
Sente che la magia vive ancora, e che dimenticare sarà impossibile.


Regia Mark Osborne
Sceneggiatura Irena Brignull
Musiche Richard Harvey, Hans Zimmer
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8 commenti:

  1. Già sai. Bellissimo pezzo e bellissimo film. :)

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    1. Grazie! Aspetto di leggerne da te, preparo i fazzoletti :)

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  2. una meraviglia davvero, ne parlerò anche io

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    1. Verrò a leggerti, e spero che anche i bagarospi l'abbiano amato!

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  3. Continua a farmi paura il confronto con il libro, però quasi quasi gli darò una chance...
    Anche se per piacermi mi sa che ci vorrà una vera magia. :)

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    1. Inaspettatamente il confronto lo regge benissimo, e visto il tuo buon proposito verso i film di animazione, questo è quello giusto da cui iniziare!

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  4. il libro per me è "qualcosa di più", è un istante perfetto, un istante di quelli che non si dimenticano!
    è stata la mia bomboniera quando mi sono sposata, perché mi ha insegnato tanto, ed ogni volta che ho una domanda, me ne vado a leggerne qualche pagina.
    il film mi ha sorpresa piacevolissimamente, perché come tutti quelli che hanno davvero amato il romanzo ero terrorizzata all'idea di non ritrovare lo stesso spirito e la medesima magia, ed invece...

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    1. Oh, ma che bello! Io lo amo in modo diverso ma ovviamente i timori erano gli stessi: non l'hanno snaturato, hanno saputo approfondirlo e spiegarlo anche ai più scettici... Insomma, magia :)

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