9 aprile 2016

La Ricompensa del Gatto

E' già Ieri -2002-

Era un po' che un film dello Studio Ghibli non passava da queste parti.
La produzione ferma visto il ritiro dalle scene di Hayo Miyazaki non ha però fermato la distribuzione italiana, che con quei 14 anni di ritardo è andata a recuperare La ricompensa del Gatto, proponendola come sempre in sole due serate al cinema, a prezzo da evento.
Meglio allora aspettare una visione domestica, anche perchè, diciamolo subito e senza troppe remore: La ricompensa del gatto è un film Ghibli di serie B.



Non solo perchè lo si può considerare uno spin-off de I sospiri del mio cuore, riprendendone i protagonisti, il gatto Baron e il corvo nero Toto.
Non solo perchè i disegni appaiono piuttosto abbozzati, con i numerosi gatti a tratti stilizzati, con un'attenzione per gli ambienti naturali meno d'impatto rispetto a quanto lo studio c'ha abituato in passato e in futuro.
Non solo per una trama piuttosto lineare e semplice pur nella sua originalità.
Ma soprattutto perchè la sensazione che ci si trovi davanti a un film più da cassetta che di vera profondità, non ci lascia dall'inizio alla fine della visione.
La durata striminzita di soli 75 minuti, poi, convince ancor più di questa idea.
Chiariamo però, La ricompensa del gatto riesce comunque nel suo intento di intrattenere, e il merito va a una protagonista buffa in linea con le classiche eroine giapponesi da Bunny/Sailor Moon a questa parte, e ai suoi aiutanti.
Ma qual è la storia del film?


È presto detto, la buffa Haru, perennemente in ritardo, salva un strano micio nero da sicuro investimento, questi, si alza su due zampe, la ringrazia, e promette di ricompensarla. La notte stessa, Haru viene svegliata da un corteo di gatti su due zampe, e scopre che quel micio nero altri non era che il principe del Regno dei Gatti, e suo padre, il re, le offre in dono per il giorno seguente erba gatta, topi, e per finire, il suo stesso figlio, come promesso sposo.
Per evitare di finire in moglie ad un gatto, Haru trova aiuto dopo un'inseguimento fra tetti e vicoli, in Baron, nel suo gigante amico Mister Muta, e nel corvo Toto, che la rincorrono al Regno dei Gatti, dove finisce prigioniera.
E da qui, parte un'avventura con gatti buoni e gatti cattivi, re pazzi e dinamitardi, soldati e ninja, labirinti e torri, con tanto di incantesimo da spezzare prima dell'alba a mettere pepe alla vicenda.
Insomma, la più classica delle favole che portano all'azione e alla fuga.
Da gattara, ovvio, tutti questi mici li ho adorati, anche quando folli, ma da uno studio che ha fatto uscire capolavori indiscussi, film dalle tematiche profonde e decisamente adulte, questa avventura per quanto divertente, per quanto in grado di intrattenere, appare fin troppo leggera per rimanere incisa, per restare davvero nel proprio tempo.


Regia Hiroyuki Morita
Sceneggiatura Reiko Yoshida
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3 commenti:

  1. Il gattaro che è in me ne è tanto incuriosito...
    Ma, purtroppo, del genere sono proprio a digiunto. Mi toccherà farmi una cultura, prima o poi, dello Studio Ghibli.

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    1. Se sei completamente a digiuno di Ghibli, questo lo si può mettere da parte vista la sua leggerezza. Ti consiglio di iniziare da Totoro e La città incantata, i miei Miyazaki preferiti :)

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  2. Sinceramente è stato uno dei film Ghibli più deludenti che abbia mai visto...

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