16 settembre 2016

Demolition - Amare e Vivere

Andiamo al Cinema

Distruggere per ricostruire.
Si potrebbe definire così il nuovo film di Jean-Marc Vallée, un regista esploso con il film da Oscar Dallas Buyers Club e da allora uscito definitivamente dai confini canadesi.
Distruggere per ricostruire, letteralmente, è quello che fa Davis, rimasto solo, rimasto vedovo, dopo che la moglie è morta al suo fianco in un incedente stradale.
Nessuna lacrima, nessuna rabbia, solo un'imperturbabilità che non va giù al suocero che è anche il suo capo nell'alta finanza.
Solo il silenzio, un'apatia strisciante che si sfoga prima su carta, con lunghe lettere di reclamo a un'azienda di macchine distributrici (in realtà, lettere piene di bellezza), poi, in maniera fisica, distruggendo case, porte, computer, elettrodomestici.


E visto che le vie della fortuna sono infinite, non solo Davis non troverà un annoiato e cinico addetto all'ufficio reclami a rispondergli, ma una donna che capisce la sua solitudine e il suo lutto, e cerca di aiutarlo, via stalker, ma -lavoro a parte- troverà il modo giusto per lasciarsi andare, per affrontare quel lutto e per provare finalmente qualcosa, distruggendo quella casa da catalogo che si ritrova, e con ditte felici di avere un tipo come lui (instancabile, testardo, fuori giri) a dare una mano in fase di demolizione.
Sembra un film confuso, e a tratti lo è, perchè è un film che sembra prendere una strada e invece ne prende un'altra.
Ma lo fa intenzionalmente.


Non è un personaggio immaginario l'addetta ai reclami e non arriva quell'amore salvifico troppo buonista, non arriva nemmeno la redenzione attraverso un figlio né arriva la vera svolta.
Arriva la vita, e il modo nuovo di affrontarla, di affrontare una morte improvvisa che inizialmente lascia indifferenti.
E così, da una prima parte Davis-centrica, si passa al suo rapporto con la dolce e schietta Karen per poi concentrarsi sul figlio di lei, Chris.
L'equilibrio è precario, vero, e soprattutto nella seconda parte la mancanza di Karen si fa sentire, ma la scrittura resta asciutta, efficace, le scene diventano ancora più memorabili e tutto questo per la presenza di un Jake Gyllenhaal magnetico che offusca la pur brava e naturale Naomi Watts, decisamente tornata in carreggiata nella scelta dei film.
Vero e proprio mattatore, che sia con una martello tra le mani, con le cuffie nelle orecchie o con una penna tra le dita, Jake ci consegna l'ennesima grande prova, che forse, chissà, lo porterà finalmente ad avere un nuova nomination agli Oscar dopo quella non concessagli per Lo Sciacallo.
La sua folle danza sulle note di Mr Big dei Free, o quel sorriso finale, sono tra i momenti più belli di Demolition, dove Jean-Marc Vallée torna a raccontare del cambiamento, della forza di andare avanti, che non passa sotto zaini dal peso enorme e su cammini impervi come in Wild, ma nel demolire, appunto, per ricostruire.



Regia Jean-Marc Vallée
Sceneggiatura Bryan Sipe
Cast Jake Gyllenhaal, Naomi Watts, Chris Cooper
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4 commenti:

  1. Oggi andiamo di pari passo, ne ho parlato anch'io.
    Bel film indipendente, approccio originalissimo al lutto e lui grandioso (ma perché, il ragazzino no?), però alla risata dissacrante non mi si è mai aggiunta quell'emozione in più. La tragicommedia mi ha toccato fino a un certo punto: il tempo speso per la demolizione esagerata ho trovato che fosse inferiore, molto, a quello per la successiva ricostruzione. Volevo ridere, e ho riso. Ma mi aspettavo anche l'opposto, sul finale.

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    1. Rispondo dopo aver già commentato da te, che è un po' inutile.
      Il ragazzino è bellissimo e bravissimo, vero, ma io più che farmi qualche risata, ho sempre sentito il magone, sarà che anch'io la tristezza la tengo per me, e fatico a sfogarla, e quindi a un Davis trattenuto, alle sue demolizioni, mi sono sentita vicina.

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  2. Mi è piaciuto. E pure molto.
    Un film spiazzante e originale nel raccontare il lutto e con - questa non è certo una sorpresa - un grande Jake Gyllenhaal.
    Quanto alla nomination agli Oscar non ci conterei troppo, visto che non mi sembra che la pellicola abbia ricevuto un'accoglienza particolarmente buona.
    E intanto, zitto zitto, film dopo film Jean-Marc Vallée vola sempre più in alto nelle mie preferenze...

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    1. Le critiche a Toronto non le capisco, e nemmeno l'uscita ridotta visti i nomi coinvolti. Mah.
      E' un peccato perchè il film è davvero bellissimo, trattenuto, emozionante, con un cast in forma. Sì, pure a me è piaciuto parecchio, e Vallée è tornato nella mia carreggiata, che i due precedenti pur apprezzandoli, mi avevano appesantito un po'.

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