23 settembre 2016

Knight of Cups

E' già Ieri -2015-

Dopo anni di silenzio, un'improvvisa prolificità.
E come sempre, quando c'è quantità non sempre c'è qualità.
Terrence Malick deve aver subito la stessa scossa emotiva del suo pubblico dopo The Tree of Life, ma se il pubblico -o almeno io- uscito dalla sala ha guardato il mondo in modo diverso, con sguardo nuovo, il regista si è rituffato sul lavoro, sfornando ben 5 film in 6 anni.
Dopo la delusione To the wonder, dopo le critiche subite a Berlino da Knight of Cups, non me la sono sentita di affrontarlo, anche perchè la distribuzione italiana non ha certo aiutato. Ma a Venezia, dove Malick ha portato il documentario Voyage of Time, in cui lo sguardo continua ad arricchirlo, una chance gliel'ho voluta concedere.



È andata che mi sono trovata davanti un'altra costola di The Tree of Life, con 'estetica e uno stile ormai fotocopia di quel capolavoro, che pur facendo da firma a Malick, ne è anche il primo limite.
Carrelli a seguire, attori di spalle che vagano per stanze e strade, in riva al mare, scene piene di bellezza, attori lasciati in disparte per inseguirla questa bellezza, sceneggiatura che si compone di voice over declamante, voci che recitano lettere, preghiere, riflessioni.
Quello che vediamo, questa volta, non è né il superamento di un lutto né la fine di un amore, ma la consapevolezza di uno sceneggiatore in quel di Los Angeles, di vivere una vita vuota, di trovarsi sempre fuori posto. Lo seguiamo questo sceneggiatore passare da un party ad un altro, da una donna all'altra, confrontarsi con un padre, con un fratello, con la donna di turno.
In crisi.


Ma si fatica, non solo a sopportare due ore di riprese da mal di mare, ma anche ad entrare in empatia con un Christian Bale corrucciato, chiamato a muoversi in modo sommesso in ville da capogiro, in mezzo a modelle disinibite.
Ed è qui l'altro limite di questo film che cerca nella simbologia dei tarocchi un suo ordine: non c'è la natura, la sua prodigiosa bellezza, ad incantare, ci sono gli sfarzi del mondo di Hollywood, le costruzioni dell'uomo, le case, le piscine, gli abiti... un mondo così distante da Malick, che probabilmente lo stesso Malick vuole così criticare o mettere in risalto, che rende la visione ancora più faticosa.
E non basta il parterre di star che si è prestato alla sua regia ermetica e enigmatica, da un Banderas chiaramente tagliato in tutta la sua parte, a una Imogen Poots che sparisce dopo poco, da Natalie Portman a Cate Blanchet i cui personaggi sono almeno i più delineati.
Probabilmente, come per il resto della sua ultima parte di produzione, ci vuole l'occhio giusto, il mood giusto, per accettare Knight of Cups, e non era certo il mio al momento della visione.
Ma sembra che il regista, chiuso nel suo stile, nella sua visione di cinema, si sia dimenticato il cuore, l'emozione, di quell'albero della vita che appare oggi così lontano.


Regia Terrence Malick
Sceneggiatura Terrence Malick
Musiche Hanan Townshend
Cast Christian Bale, Cate Blanchett, Natalie Portman, Antonio Banderas
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12 commenti:

  1. Tenderei a salvarlo, non mi è dispiaciuto così tanto. Fermo restando che, ovviamente, non è tra i suoi lavori migliori.

    D'accordo su The Tree Of Life, uno dei migliori film dal 2010 ad oggi. Voyage of Time non mi ispira proprio per niente, invece.

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    1. Il problema è che arriva dopo due film simili e sicuramente con più emozione in ballo. Se poi tengo conto anche di The Voyage of Time, siamo a tre e lo stile così uguale inizia a scricchiolare.

      Il documentario per quanto meraviglioso da vedere, non ha nulla di più di un National Geographic qualunque.

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  2. Da non fan, potrei tranquillamente farne a meno.
    Potrei patirlo troppo.

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    1. Da fan fino a un certo punto, sì. meglio se lo eviti o di Malick non vorrai vedere altro.

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    2. Da fan fino a un certo punto, sì. meglio se lo eviti o di Malick non vorrai vedere altro.

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  3. Io avevo difeso persino To the Wonder, che un bel po' di cuore ce l'aveva.
    Questo invece no.

    Esteticamente magnifico, ed è già qualcosa, però dentro non c'è niente. Purtroppo. :(

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    1. Che sia il Malick traviato da ville, modelle e il vuoto di Hollywood quello che ci vuole mostrare?
      Mah, l'importante è che ne esca da questa fase mal di mare, che è inutile recuperare il tempo perduto in questo modo.

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  4. Per me Malick si era perso già con Tree of life.
    Questo non l'ho ancora visto, ma mi pare già di presagire le bottigliate.

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    1. Se l'ha bottigliato pure il Cannibale, tu puoi solo far fuori l'intero Saloon ;)

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  5. A me Malick piace. Anche questo Knight of Cups. E' un film che va 'digerito parecchio'. Anche se la regia non aiuta - io sono stata male, mi è venuta la nausea, giuro, sorry Malick!- AHAHAH!

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    1. Nausea non proprio, ma un leggero mal di testa a metà mi è arrivato con tutti quei giri di macchina da presa ;)
      Diciamo che preso di per sé non sarebbe male anche se troppo freddo, ma messo insieme al resto dei film recenti di Malick, sembra la brutta copia degli altri.

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  6. In pratica ci siamo fotocopiati i pareri :/ io a una certa lo ho persino trovato irritante - e arrivo a difendere pure "To the wonder", io...

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