5 settembre 2016

Venezia 73 - Piuma


Leggero come una Piuma.
Così voleva essere il film di Roan Johnson, così è, anche se non sempre.
E' un difetto?
No.
Fa strano trovarlo in concorso?
Forse.
Ma la scelta di aprire il Festival anche a commedie e risate, non è stata presa bene da tutti, visti i fischi e i "Vergogna!" piovuti alla fine della proiezione.
Sì, Piuma non è perfetto, ha i suoi limiti -che  per me corrispondono a troppa romanità e troppe urla- ma sa divertire, sa intrattenere, sa pure emozionare un pochino.
Che poi si parli di gioventù e del suo mondo fuori dal mondo, non può essere motivo di critica. Per quel che mi riguarda ben venga un Piuma rispetto a un Les Beaux Jours d'Aranjuez, che è qui solo per il nome di Wenders.
Ma plachiamo gli animi, mettiamo da parte le critiche, e guardiamo il film.

La storia è quella di Cate e Ferro, prossimi all'esame di maturità, prossimi al grande viaggio di fine anno, che scoprono di avere un bambino, e contro tutti e tutto, decidono di tenerlo.
Non si rendono conto che tutto cambierà, che la loro età è un limite più che un aiuto, e le loro famiglie non sono certo d'accordo.
Come esserlo se i due sono giovani e senza lavoro e senza casa e non sanno a cosa vanno incontro?
Solo dando loro fiducia.
Piuma, un nome come un titolo leggero, è però un film corale più che generazionale, che guarda anche a quei genitori in crisi che non sanno che fare, a nonni bisognosi di fisioterapia e a amici che la loro età la vivono appieno.
Il punto di forza non può che essere la sceneggiatura veloce e ricca di situazioni divertenti e caotiche, con quel caos che a volte trabocca portando all'irritazione, ma che quando è ben dosato fa esplodere la sala in risate o in momenti di sospensione tra riflessioni filosofiche e frasi ben mirate.
Attori romani fino al midollo si lasciano come sempre andare nella loro romanità gestuale e naturale, anche se spicca per i suoi tempi comici il toscano Sergio Pierattini.
Il paragone con Juno nasce spontaneo, anche lì c'erano problemi con la gravidanza, un futuro da decidere e che può cambiare, ma Piuma da un tale paragone non può che uscire sconfitto: gli manca la forza emotiva, lo stile indie (che pur cerca di imitare con suggestive nuotate su Roma), la musica indie (no, Francesca Michielin non vale). Ha dalla sua però una leggerezza invidiabile, che vive fuori dal tempo o abbracciata ai cliché dei tempi della crisi. Di sicuro, quello che nei fischi e nei tiepidi applausi non ha avuto a Venezia, Piuma avrà in sala.

9 commenti:

  1. Ah, eccola, la Venezia barbosa di cui sempre mi lamento a distanza.
    Quanto sono pallosi? Hai apprezzato la ventata d'aria fresca, dopo tanti film impegnatissimi, e scommetto che apprezzerò anch'io, ben disposto sin dal trailer.
    Per gli altri, si meritano Spira Mirabilis ;)

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    1. Fresco, leggero, giovanile e con ottimi tempi comici, non sarà perfetto, ma che in concorso si debba solo essere seri non è un bene. Altro che Spira Mirabilis, si meritano i film da 4 ore :)

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  2. quindi lo han fischiato solo perchè è una commedia??mamma mia che snobismo assurdo (però le smutandate sul red carpet vanno bene eh????),..beh,io intanto segno magari puo' essere una bella sorpresa!

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    1. Qualcuno ha sentito "passerella" e li ha presi alla lettera. ;)

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    2. Pure troppo mi sa'...:)

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    3. Pare i fischi fossero per quello, perchè non era affatto male, e se ne sono visti di peggio dove invece dei fischi ci sono stati applausi tiepidi e poi il silenzio.
      La passerella delle passerelle per fortuna me la sono evitata ;)

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  3. ammetto che l'eccessivo uso del romano mi scoraggia poco ma non pochissimo...

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    1. Per fortuna qui c'è anche il toscanaccio e l'italiano, è solo nelle parti troppo urlate che mi ha infastidito, quindi è nella media, tranquilla.

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  4. Sembra proprio una roba teen leggera e in antitesi alla Venezia dei critici vecchi e seriosi che può piacere a me!

    Poi magari sono io il primo a criticarla... :)

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