6 settembre 2016

Venezia 73 - Voyage of Time


Prendete The Tree of Life, tagliate le parti recitate, le scene con Brad Pitt o Jessica Chastain, il tema del lutto da affrontare.
Tenete il resto, tutto, compresi i dinosauri.
Aggiungeteci la voce narrante elegante e suadente di Cate Blanchett, fatele leggere una lettera, un'invocazione a una fantomatica Madre, e avrete Voyage of Time.

Immagini di rara bellezza sulla natura, sullo spazio, creazione digitali da pelle d'oca, e si va giù giù nel mare profondo, su su fra il Sole e i pianeti, in mezzo alla savana e ai suoi animali, nelle gole del deserto. E indietro nel tempo, con i dinosauri che si muovono sulla spiaggia, con l'uomo che fa la sua comparsa, e avanti, nelle luci sfavillanti della città.
Tutta questa accecante bellezza contrastata da immagini di povertà e dolore, di mattanza e di isolamento.
Cosa sei, tu, madre?
Perchè resti a guardare, ti nutri e ti rigeneri, perchè questo dolore, perchè la gioia della nascita non può durare per sempre?
Sono domande che restano senza risposta, che valicano il tempo, che si perdono tra fiumi e mari, tra pause che cullano.
Voyage of Time è un viaggio nel tempo e nello spazio, un viaggio nell'estetica di Malick che si fa documentarista per National Geographic, e no, non è solo una battuta.
Si resta senza fiato e senza parole di fronte a quanto la natura ci offre, che siano piccoli pesci, grandi polpi, vulcani in eruzione o semplici tramonti.
Si resta avvolti dalle tempeste solari, dai movimenti cellulari, dalle riprese aeree senza precedenti, soprattutto davanti a uno schermo così grande che ingloba.
Bisogna però essere predisposti a lasciarsi avvolgere, affascinare anche dalla musica enfatizzante, bisogna essere pronti per tutta questa bellezza, per tutta questa poesia, o la mente rischia di vagare, di perdersi.
Io, lo ammetto, ho faticato, soprattutto nella parte iniziale, soprattutto perchè seduta a troppa distanza dallo schermo, dalle immagini. Ma alla fine, a una tale bellezza non si può rimanere indifferenti, alla vita, alla madre, non si può dire di no.
E Malick, il visionario, il poeta, l'esteta, è entrato nel mio sguardo, arricchendolo.

4 commenti:

  1. Mi sa che non sono abbastanza sensibile per questa visione, no.
    Poi Malick, per carità, eccelso, è uno dei più grandi boh della mia vita.

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    1. Bisogna essere pronti e predisposti alla visione, io c'ho messo un po' purtroppo. Di certo, immagini così belle, commuovono da sole, senza bisogno della litania della Blanchett.

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    2. Ma poi Cate Blanchett chi?
      Noi vogliamo gli Angela!

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    3. Non so se Alberto si troverebbe a suo agio a recitare quella litania/lettera/invocazione... Piero di certo no ;)

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