15 maggio 2017

Il Lunedì Leggo - Il Bizzarro Incidente del Tempo Rubato di Rachel Joyce

Il tempo, lo vorrei rubare io.
Lo vorrei rubare ai lavori sempre più pesanti e pressanti, al trasloco imminente, al sonno che avanza, e lo vorrei dedicare a leggere.
Che sì, il libro sul comodino ha iniziato a correre un po' di più, il suo protagonista, che corre, lo sento più vicino, ma sono ancora ben lontana dall'arrivare a conclusione.
E allora, pesco dalla libreria un libro che di tempo parla e di cui in realtà già brevemente avevo parlato.
L'autrice, è infatti la stessa del bellissimo L'imprevedibile viaggio di Harold Fry, in cui nonostante la poca originalità del titolo, la storia ormai ripetuta e ripetuta in letteratura di un vecchino che si mette in viaggio con i suoi ricordi, era stato un viaggio emozionante e pieno di bellezza.
Anche per questo avevo comprato questo secondo libro della Joyce, sorvolando su quel cognome tanto importante ma che nulla ha a che fare con James.
Ma soprattutto, Il Bizzarro Incidente del Tempo Rubato, l'ho portato di corsa in cassa per l'idea originale da cui è scaturito.



Idea?
No, fatto.
Nel 1972 per allineare gli orologi al movimento naturale della Terra vengono aggiunti due secondi al tempo.
Si può aggiungere tempo al tempo?
A quanto pare sì, come si può anche eliminarlo, con giorni letteralmente cancellati dal calendario sempre per mettere le nostre scelte umane di nuovo a contatto con la natura.
Il fatto, ovviamente, avrebbe stuzzicato anche me, e prima o poi per una Domenica lo farà davvero.
Alla Joyce, ha permesso di scrivere questo secondo romanzo che è però ben diverso da quello del suo esordio: il punto di vista, non è più quello di un vecchino, ma di due bambini. Non si guarda tanto al passato, quanto al futuro, quanto quei due secondi, aggiunti, hanno cambiato inevitabilmente la vita di Byron e di James.
Entrambi cercano di identificarlo il momento esatto in cui quei secondi verranno aggiunti, guardando le lancette degli orologi, aspettando e trattenendo il fiato. Purtroppo, la vita va avanti, purtroppo, distraendosi, si finisce per fare una pazzia, un incidente, che tutto cambia.
La tragedia, quindi, è dietro l'angolo, e la tragedia porta appresso altre tragedie che rendono il libro decisamente troppo drammatico, cercando di dare una spiegazione alla malattia mentale, all'ossessione come alla chiusura, tra omicidi colposi, suicidi e depressione.
Poco funziona il ieri, con quelle voci fanciullesche troppo fanciullesche, poco funziona l'oggi, con la malattia che parla e viene resa quasi un cliché.
E quindi, questo Bizzarro Incidente tanto Bizzarro non è, la leggerezza è da un'altra parte e il tempo che questa volta Rachel Joyce mi ha rubato, potevo impiegarlo meglio.
Certo, le sono grata per lo spunto, bizzarro sì, e pieno di poesia, le sono grata per Harold Fry, ma qui, scricchiola troppo.

2 commenti:

  1. Certo che il cognome dell'autrice è bello impegnativo...

    A questo punto cercherò di recuperare più il suo primo che non il secondo libro. Sempre se il tempo me lo permetterà... :=)

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    1. Il primo nonostante parli di un vecchietto, è adorabile anche per un anti-vecchietti come te, credimi ;)

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