18 agosto 2017

The Kings of Summer

E' già Ieri -2013-

Cosa c'è di più estivo di un film che parla dell'estate?
E non di un'estate qualunque, dell'estate in cui si è diventati grandi, l'estate in cui si è scappati di casa per la prima volta, vivendo avventure magari piccole, dolori magari da ridimensionare, ma che hanno reso inevitabilmente adulti?
È l'estate che non si scorda mai, quella in cui non è tanto il luogo di vacanza, il mare esclusivo, la spiaggia più "in" a fare la differenza, è la sete di avventura e il legame di amicizia con chi è con noi a contare davvero.
Ce lo ha mostrato anche Stephen King, no, quanto sono belle queste estati?


In The Kings of Summer non ci sono cadaveri da trovare nel bosco, ma c'è un bosco in cui vivere.
In cui scappare, in realtà, rifugiandosi lontano da genitori opprimenti, burberi e asfissianti, genitori che non sanno trattare con adolescenti in crisi ormonale e sociale, che non sanno elaborare un lutto.
Così, Patrick e Joe prendono una decisione: costruiranno la loro casa, da soli, in mezzo al bosco. Lontano chilometri da casa, con l'aiuto dello strano Biaggio, folle e allucinato compagno.
Tutte bene, tutto perfetto, tutto in linea con le loro prospettive: quella casa è solida, per quanto sgangherata, il cibo non manca, per quanto non cacciato da loro, la barba cresce e la libertà la si respira a pieni polmoni.
Finchè, come sempre, tutta cambia quando ci si mette di mezzo l'amore, una ragazza.


Il racconto di formazione di Jordan Vogt-Roberts è di quelli freschi e leggeri, di quelli estivi, ovviamente, in cui anche le licenze artistiche che ci si prende, tra rallenti e scene da videoclip, sono scusate.
Tanti i momenti in cui in quella natura incontaminata, nelle ragazzate dei ragazzi, ci si perde tra musica e montaggio. Ma se c'è la bellezza, tutto è scusato.
La bellezza poi l'hanno anche i protagonisti, i promettenti Nick Robinson e Gabriel Basso, mentre il buon Moises Arias, esilarante, spalla comica e assurda, è ben presto l'idolo della pellicola. Non mancano comprimari di impatto, dalla sempre adorabile Alison Brie alla versione casalinga di Megan Mullaly, l'indimenticabile Karen Walker.
Poi c'è la musica, ovviamente, ipnotica e folk, c'è una sceneggiatura che spazia e si diverte, tra scene oniriche, fantasie supereroistiche e la cruda realtà. A cui si deve tornare, con cui scendere a patti.
E così, in un sol film, c'è tutta la genuinità, la freschezza, il dolore e i sorrisi dell'estate più bella di sempre, quella piena di gioie e di dolori, di amicizia, quella vera, quella che si ricorderà per tutta la vita.


Regia Jordan Vogt-Roberts
Sceneggiatura Chris Galletta
Musiche Ryan Miller
Cast Nick Robinson, Gabriel Basso, Moises Arias, Alison Brie
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5 commenti:

  1. Tutte le estati, dal 2013 a questa parte, mi riprometto di vedere questo film ma poi va a finire, non so nemmeno io perché, che me lo perdo.
    Quest'anno, rigorosamente entro il 21/22 settembre, ce la farò a rimediare?
    Adesso che con il tuo post scopro che compare pure la mia nuova idola Alison Brie, ho anche un motivo in più per guardarlo!

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    1. Non hai più scuse allora, la tua idola comparirà anche poco, ma sempre bella e brava è. I protagonisti poi la potrebbero spodestare in un niente in quanto a idolaggine ;)

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  2. Mi metto a recuperarlo subito.
    Adoro le storie di formazione e questo non so perché mi era sfuggito.

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    1. Era sfuggito anche a me, fortuna che Mr Ink me l'ha consigliato: perfetto per l'estate, bellissimo racconto di formazione.

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  3. Anch'io voglio recuperarlo assolutamente.

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