12 gennaio 2018

Columbus

E' già Ieri -2017-

Dicono che ultimamente i film indie -ma indie come li intendo io- sono tutti uguali.
Un lui e una lei che si incontrano per caso, che per caso passano del tempo insieme, si conoscono, si confidano, si cambiano.
Lo dico anch'io, pur continuando a ricercarli ed amarli i film indie come li intendo io.
E dico anche che le recensioni su questi film sono sempre uguali, partendo da un lui (Jin, arrivato a Columbus per assistere il padre -famoso architetto- in fin di vita, forse, al momento semplicemente incosciente all'ospedale, cosa che comporta rimanere bloccati a Columbus per un padre che nemmeno si ama troppo) e da una lei (Casey, che a Columbus ci vive, che respira da sempre l'architettura sperimentale di cui la sua città e ricca, e che per l'architettura, per studiarla, vorrebbe andarsene, ora che il liceo è finito, che l'università chiama, ma c'è una madre da accudire, una madre forse sulla giusta strada, finalmente), per poi raccontare il loro incontro (per caso, ovviamente, per curiosità, perchè i tratti orientali di Jin non tradiscono il suo essere figlio di quel famoso architetto che Casey doveva sentire in conferenza) e va da sé che questo incontro li cambia (facendo conoscere a lui la bellezza e l'importanza di semplici edifici, della loro storia, delle loro caratteristiche, raccontati da una Casey innamorata di loro, a loro affezionata, e che già li ha classificati in ordine di gradimento. Più ne scoprono, più si avvicinano, più capiscono qualcosa di sé, che sia l'amore verso quel genitore e la sua passione, che sia il proprio bisogno di andare, di vivere, di imparare ancora).



Filerebbe quindi tutto liscio, tutto con il pilota automatico, come una bozza di cui riempire gli spazi vuoti man mano che un altro film indie come lo intendo io passa sul mio schermo, non dimenticando di parlare del lato tecnico (che prevede l'ovvia ma sempre stupefacente fotografia riconoscibile, fatta qui di campi lunghi, di schiene che osservano, di spazi che prendono vita, di movimenti e stacchi geometrici, di pulizia, e linearità) e delle interpretazioni (Haley Lu Richardson -che si ritrova sempre più spesso tra 17 anni (e come uscirne vivi)Split, John Cho, e pure il fratellino di Macaulay, Rory Culkin).
Ma, anche se bluffo e riempio spazi vuoti di una bozza che per il momento sta solo nella mia testa, Columbus sa essere diverso e a tratti migliore di tanti altri film indie -come li intendo io- fatti quasi con lo stampino, di boy meets girl che puntano sui personaggi, sulle loro parole.


Lo è perchè di parole, qui, ce ne sono davvero poche, colpisce il silenzio, la lentezza (positiva) del tutto, senza quel ritmo frenetico, quella parlantina irresistibile.
Si osserva, si condivide.
L'amore forse c'è, forse no, c'è di sicuro un'amicizia, un bisogno dell'altro per risolvere in quei silenzi i propri problemi, trovare una risposta alle proprie domande. Così, non ci sono solo Jin e Casey in scena, spesso di schiena, tristi e melanconici, ognuno nella propria prigione, ma ci sono anche quelle case, quell'ospedale, quella torre, quel palazzo, con la loro storia, con il loro stagliarsi davanti ai loro occhi, a catturare pure i nostri.
E fatichi a credere che un film che parla più di architettura che di amore, riesca a piacerti così tanto, a commuoverti così tanto, rientrando a suo modo in quei film indie come li intendi e di cui non puoi fare a meno. Ma è così, e nel suo piccolo, in quella malinconia dai colori tenui, ti cambia lo sguardo, e anche se il tuo paesino non è Columbus, le case, ora, le guardi in modo diverso.


Regia Kogonada
Sceneggiatura Kogonada
Musiche Hammock
Cast Haley Lu Richardson, John Cho, 
Rory Culkin, Parker Posey
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Voto: ☕☕/5

6 commenti:

  1. Come ho già scritto a Ford, mi pare, era il mio genere e tutto, ma non è scattata la scintilla. Anzi, mi sono annoiato proprio.
    Riproverei in un giorno sì, ché non si sa mai.

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    1. Visti i silenzi e i protagonisti diversi, serve il mood giusto, senza dubbio. L'inizio mi vedeva titubante, ma poi pure l'architettura mi ha catturato. Riprovaci ;)

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  2. Un boy meets girl diverso dal solito, anche perché forse è più che altro un boy meets architecture, o un girl meets architecture, chi lo sa?

    Comunque bellissimissimo.

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    1. L'architettura non mi era mai parsa così cool, o forse un po' sì, tra 500 giorni insieme e per l'ultima stagione di Shameless, con un episodio secondo me decisamente ispirato a questa meraviglia.

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  3. Concordo in pieno sulla recensione: un film che si prende il suo tempo e racconta l'amore da un'angolazione diversa.
    Considerato il tipo di film, il fatto che abbia conquistato anche me è un miracolo. :)

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    1. Ha conquistato te ma non è Mr. Ink, mai l'avrei detto!

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