9 febbraio 2018

The Cloverfield Paradox

Andiamo al Cinema su Netflix

È arrivato così, all'improvviso, senza un vero e proprio annuncio, con una campagna marketing che nel mondo di oggi, dove tutto deve essere atteso e spezzettato in teaser, in trailer e in immagini promozionali, sembra una campagna suicidio.
È arrivato a poche ore dall'unico promo (durante il Superbowl, ché se devi farlo una volta, fallo bene), e poi direttamente disponibile a tutti su Netflix.
Ché dopo 10 Cloverfield Lane non ti aspettavi un terzo capitolo, che se già 10 Cloverfield Lane non era un secondo capitolo, ma un film a sé, è inutile star qui a fare i conti.
Ma meglio parlare piuttosto di genere.
Avevamo Cloverfield, l'horror in POV, con quella telecamerina a dare nausee, angoli ciechi, un punto di vista unico su una catastrofe che colpisce all'improvviso New York e mette ancora più distanza fra due ormai ex.
Avevamo il survival movie, con una ragazza salvata ma forse semplicemente rinchiusa in un bunker, che del suo salvatore/aguzzino non si fida, con chiari segni di squilibrio ma nessun segno di pericolo all'esterno. A parte quello che il titolo -purtroppo- già faceva intuire.
Abbiamo qui, invece, un'odissea nello spazio, una navicella fuori orbita, un equipaggio chiamato a salvare la Terra trovando una nuova fonte di energia potenzialmente inesauribile ma che finisce per aver bisogno per prima di aiuto.



Abbiamo un equipaggio multietnico, che nel piccolo rappresenta gli scontri e le guerre da tenere a bada sul nostro pianeta, abbiamo però quei paradossi temporali, quella fisica quantistica, quei termini tecnici impossibili che solitamente mandano in visibilio.
Non abbiamo però Doctor Who, e te lo aspetti da un momento all'altro il Dottore, vuoi con un papillon, vuoi con un accento scozzese, arrivare in soccorso a Hamilton e gli altri. Ma niente, mica arriva.
E sì che i problemi che l'equipaggio si trova ad affrontare sembrano pane per i suoi denti, sembrano materiale per quei doppi episodi in cui alieni e paradossi fanno la loro comparsa, pure quella navicella, con le luci sbagliate o i livelli di tecnologia troppo spudorati, sembra quei giocattoloni colorati che la BBC crea per il Tardis.
Invece siamo nel territorio di J.J. Abrams, l'equipaggio in questione deve vedersela da sé, e nel costituirlo, lo si vede e lo si sente al primo sguardo, si è andati a pescare a man bassa nei cliché, nonostante si cerchi in più di un momento di ripetere le atmosfere alla Gravity, senza avere lo stesso pathos, senza suscitare la stessa ansia.


C'è una protagonista malinconica e volitiva, dal passato tormentoso che l'ha spinta a stare lassù, nello spazio (l'ormai lanciatissima Gugu Mbatha-Raw), abbiamo il leader messo più volte in discussione per la sua cittadinanza tedesca (il sempre bravo Daniel Brühl), abbiamo un amore che sta per sbocciare, abbiamo il cattivo -o anche i cattivi- della situazione, abbiamo la spalla comica che purtroppo è un compaesano francamente irritante (in realtà l'irlandese e insopportabile Chris O'Dowd). E cercando di capire cosa succede a quella navicella, quali missioni impossibili e poco credibili l'equipaggio è chiamato ad affrontare, si gioca al più classico gioco della roulette russa scommettendo su chi per primo ci lascerà le penne, su chi alla fine si salverà.
Le cose sulla Terra allora contano poco, servono perlopiù come una continuity con quel capitolo due.
E ricapitolando, allora:
- avevamo un horror in POV a suo modo innovativo e capace di dare i suoi brividi,
- avevamo un survival movie con un ottimo cattivo che sapeva dare i suoi brividi, anche se più prevedibili,
- ora abbiamo un episodio mancato di Doctor Who, in cui manca proprio il Dottore, in cui ci sono più confusione e buchi nella sceneggiatura di quanto accettabile, pur riuscendo a tenere alto l'interesse, a porsi domande, a cercare di collegare agli altri capitoli, questo, a sorpresa il più di genere, il più prevedibile.


Regia Julius Onah
Sceneggiatura Oren Uziel
Musiche Bear McCreary
Cast Gugu Mbatha-Raw, Daniel Brühl, 
Elizabeth Debicki, Chris O'Dowd
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Gravity, Interstellar, Passengers
Voto: ☕☕½/5

4 commenti:

  1. Non lo aspettavo e, attualmente, non è in lista.
    Vedrò senza grandi attese, senza altro di meglio da fare.

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    1. Visti gli Oscar in arrivo, di meglio ce n'è. Paradossi, qualche brivido, troppa confusione... Si poteva fare meglio.

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  2. La spiazzante saga di Cloverfield con i primi due episodi m'ha regalato delle soddisfazioni inaspettate.
    Spero lo faccia anche questo capitolo, nonostante il tuo parere non sia tra i più incoraggianti...

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    1. Il nuovo genere a cui si adatta non è di certo nelle tue corde, tra richiami a Gravity, Alien e Doctor Who e pasticciacci vari. Son curiosa, riuscirà a sorprenderti o lo boccerai senza pietà?

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