18 luglio 2015

Cloudburst

E' già Ieri. -2011-

L'amore non ha genere, l'amore non ha età.
Sembrano banalità, ma sappiamo bene che queste stesse banalità, scontrandosi con la vita di tutti i giorni, con i pregiudizi e l'ignoranza, portano con sé conseguenze che minano l'umanità.
Il fatto che solo adesso, nel 2015, in tutti gli Stati Uniti siano stati dichiarati uguali per tutti, che siano coppie etero o coppie omosessuali, i diritti a formare una famiglia e a unirsi in matrimonio, è sì un primo segno, forte, di cambiamento, ma è anche la realizzazione che tutto questo, così naturale (sì, naturale) arriva forse troppo tardi per molti.


Tra quei molti potrebbero esserci anche Stella e Dotty, coppia anziana, coppia di amiche per i più, che dopo la morte del marito di quest'ultima ha iniziato a vivere insieme, a dividere tutto, anche il letto e ad aiutarsi, con l'una a fare gli occhi dell'altra, la cui cecità avanza inesorabile.
La loro unione è tenuta nascosta, non è dichiarata, e anche se il modo di fare burbero e mascolino di Stella lascia pochi dubbi sul suo orientamento, c'è ancora chi, come la figlia di Dotty, non ha capito che la madre non è semplicemente un'amica di questa donna dall'aspetto di un boscaiolo dedito alla vodka.
Quando lo capirà, quando vedrà stupidamente nella madre una pedina sottomessa, cercherà di farla portare via: meglio internarla in un ospizio che farla assistere da chi la ama, meglio toglierla da quella casa che farla vivere in santa pace i suoi ultimi anni.
Ma Stella non è certo una che si lascia scoraggiare, e così dopo un'evasione che ha dell'incredibile, le due partono per un lungo viaggio in auto, direzione Canada, dove il matrimonio è loro concesso, sancendo così il loro diritto a vivere e morire insieme.
Lungo la strada, avranno modo di caricare un aitante autostoppista, di servirsi dei suoi servigi e di aiutarlo a cercare di far pace con un passato e una famiglia che, per quanto tradizionale, invece non lo accetta.


La svolta on the road di Cloudburst cementa i ruoli di personaggi ben caratterizzati, a volte troppo, soprattutto nel caso di quella Stella tanto orgogliosa quanto testarda con cui si fatica ad entrare in sintonia. Ma l'amore è la chiave, e il suo rapporto con la semplice e gentile Dotty ne smussa il carattere, facendo poi leva sull'accoglienza di Prentice come casella ulteriore per farci amare il loro rapporto speciale, il loro essere speciali e complementari.
Se fossimo in un mondo normale, non ci sarebbe nulla di nuovo in quello che il film racconta: una fuga d'amore, in tarda età, per sancire un'unione. Il fatto che a farlo siano due donne, cambia le carte in tavola, rende tutto più significativo, più potente.
Distanti dai cliché, dalle semplificazioni, Stella e Dotty riescono a commuoverci, e a farci divertire, facendo così passare sopra a una produzione non certo al suo meglio, povera in alcuni punti e in altri in cui invece si è calcato troppo la mano. Ma arrivati alla fine di questo viaggio, la cui meta solo sulla cartina stradale è il Canada, resta il ricordo di un amore tanto forte, quanto normale, che né le nuvole né la cecità possono sbiadire.


5 commenti:

  1. Splendida recensione, Lisa, per un film che non ho mai sentito recuperare.
    Ma queste vecchiette qui, che ti sono piaciute così tanto, come ignorarle?

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    1. *era "nominare", ma comunque "recuperare" ci sta. Devo rimediare a breve.

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    2. Un bel lapsus frudiano il tuo :) Recupera, che queste vecchiette anche se ci mettono un po', alla fine conquistano!

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  2. Troppa vecchiezzitudine in un film solo, per quanto mi riguarda.
    Potrei avere un attacco di panico. :)

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    1. Prima o poi anche tu abbandonerai il lato teen per passare dai vecchietti :)

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