3 febbraio 2016

Joy

Andiamo al Cinema

Me lo chiedo spesso, troppo spesso: sono io o sono loro?
Sono io che non riesco a capire dove stia il genio di David O. Russell, o sono l'Academy e le giurie in generale che lo esaltano troppo?
Sono io che nella Lawrence, a parte una bellissima ragazza e una brava attrice, non ci trovo nulla di così straordinario e sbalorditivo o sono l'Academy e le altre giurie che ne stanno facendo la nuova Meryl Streep da nominare per la qualunque?
Sono io che pur apprezzandola al suo esordio (Un Gelido Inverno) e nella saga di Hunger Games, nelle mani di O. Russell mi ha fatto sempre storcere il naso?
Sono io che sia ne Il Lato Positivo, sia in American Hustle, il naso l'ho storto così tanto da farmi male, e che in tutta quella perfezione stilistica non sono riuscita a sentire nemmeno un grammo di genuinità o sono gli altri a rimanerne gabbati?


Non c'è due senza tre, si dice, e dopo la sufficienza strappata dal primo, e la bocciatura del secondo, alla visione di Joy ho trovato la conferma, la risposta: sono decisamente loro.
Sono decisamente le giurie sparse qua e là a vederci troppo in O. Russell, che sarà anche uno che alle sue attrici, pardon, alla sua Lawrence sa donare grandi ruoli da protagonista, ma arzigogola così tanto il tutto da non convincermi, nemmeno questa volta.
Che poi, sì, non che la storia dell'inventrice del mocio autostrizzante facesse salire chissà di quanto le quotazioni del film, che di vedere una casalinga disperata, divorziata, con due figli, un padre donnaiolo e una madre agorafobica e patita di soap opera non è che si sprizzi di entusiasmo.
Però.
Però se il film in questione mi viene nominato dalla stampa estera fra le migliore commedie dell'anno, se l'Academy mi fa salire ancora una volta la Lawrence nella cinquina delle migliori attrici, la visione si fa d'obbligo.
Si può pensare che il mio problema sia con le singole persone, di cui fanno parte anche il quasi bollito Robert De Niro e il da me tanto odiato Bradley Cooper che gigioneggia con i suoi occhi da husky urticandomi.
In realtà, anche tolti di mezzo attori e regista, è il film in sé che non mi ha convinto, nemmeno un po'.
Costruito con una voice over evitabile, montato confusamente e volutamente patinato a voler ricordare quelle soap viste e riviste da una madre che non sa uscire dal suo letto dopo il divorzio, ma soprattutto scritto senza mordente, in modo da esaltare i super poteri di una donna che, come si sottolinea anche troppo in troppi flashback, non ha bisogno di alcun principe azzurro.
Il potere che è donna, la donna che ha il potere di riscrivere la sua vita, semplicemente costruendo un mocio che assorbe più acqua degli altri, che si può lavare in lavatrice, che si strizza da solo.
Prima che inventassero il più intelligente secchio strizzante, comunque.


Ma non importa, perchè questo serve a O. Russell per rendere unica la sua Lawrence, falle prendere la situazione in mano, diventare più brava delle televenditrici di QVC ripetendo però in continuazione le stesse qualità della sua invenzione. Che, per carità, brava è brava, e anzi, si regge da sola tutto il film, ma tutto sa di un enorme spottone, di una grande televendita fatta e scritta per la Lawrence, tutto sa di costruito, di studiato al dettaglio senza però quella genuinità che contraddistingue altri registi, altre operazioni, senza cuore.
Si pensi solo alla colonna sonora, con un inizio in cui in soli 5 minuti cambiano almeno 5 brani in modo da avere sempre quello perfetto per l'occasione, e non importa il fastidio, il disagio che si crea così facendo.
Tutto è preciso, fin troppo, per poi finire confusamente, soffermandosi su una Lawrence, una Joy fastidiosamente buonista, che non è riuscita a rabbonirmi, no, nemmeno un po'.
Il suo mocio, io non lo voglio.



Regia David O. Russell
Sceneggiatura David O. Russell
Cast Jennifer Lawrence, Robert De Niro, 
Bradley Cooper, Èdgar Ramirez
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6 commenti:

  1. Molto bello il post, meno il film.
    La Lawrence e Il lato positivo, comunque, li difenderò a vita. ;)

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  2. No, sei in buona compagnia. Le avrei dato l'Oscar per Un gelido inverno e basta e la nomination per Il lato positivo (che a me è piaciuto insieme ad American Hustle).La signorina è tanto bella tanto brava, ma un po' troppo sopravvalutata.

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  3. David O. Russell sarà anche sopravvalutato, ma J.Law non si tocca, prevenuta che non sei altro! ;D

    Joy comunque non mi è sembrata particolarmente buonista, anzi. Il piccolo principe invece... :)

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  4. Concordo con te ed Alessandra.
    Film inutile, lei sopravvalutata. Ci sono ruoli e ruoli, corpi e corpi e Joy, oltre ad essere un biopic scialbo, avrebbe avuto bisogno di una protagonista più matura. E meno bella.

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  5. innanzitutto devo dirti che ho A D O R A T O questo post
    la Lawrence mi piace, accostarla alla Streep è fantascienza, ma effettivamente le danno parecchio manico, come si suol dire dalle mie parti...
    il film ancora non l'ho visto, ma il buon David e la bella J insieme hanno fatto tra i più bei film che abbia visto negli ultimi anni

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  6. Beh, certo non è facile appassionarsi a un film che racconta la storia dell'inventrice del mocio... quello che però mi dispiace è che molti critici e recensori (non parlo di te :) ) abbiano trasformato questo film in un "referendum" pro o contro la Lawrence, mentre invece secondo me è una pellicola più profonda di quella che appare (il che non vuol dire riuscita, intendiamoci). Per me Russell voleva cercare di rappresentare la grande illusione del Sogno Americano, girando un film come fosse una soap-opera, per dimostrarci quanto sia falso e affabulatorio il mezzo televisivo, con la gente che crede e sia appassiona a tutto ciò che passa in tv. Ecco, da questo punto di vista il film a me è piaciuto: la prima mezz'ora è bellissima, poi indubbiamente si affloscia parecchio, tenuto in piedi però da una Jennifer Lawrence che, sì, sarà anche onnipresente e antipatica, però è anche un'attrice coi controfiocchi. E qui lo dimostra.

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