6 febbraio 2016

Mustang

E' già Ieri -2014-

Siamo nel 2016, siamo diventati così avanzati ed evoluti da avere un app per fare qualsiasi cosa, che sia monitorare il nostro stato di salute che sia per conoscere e consigliarci film e musica, internet ci permette di essere informati su tutto, e di più, e i social di condividere anche la foto del nostro topo domestico, ma se guardiamo certi aspetti del nostro quotidiano, di ciò che ci circonda, no, non sembra di vivere nel 2016.
Sembra di essere ancora in epoche oscure.
Sto parlando di eventi come il Family Day, manifestazione che dichiaratamente e orgogliosamente manifesta CONTRO qualcuno e qualcosa, contro le libertà di questi qualcuno e di questo qualcosa che altro non sono che dei diritti.
E sto parlando della realtà che Mustang ci mostra, fatta di comunità e famiglie così chiuse mentalmente da combinare ancora matrimoni, da rinchiudere le proprie figlie per eccesso di libertà.

Libertà?
Giocare in riva al mare, ridere e scherzare con i propri compagni di scuola è libertà o dovrebbe essere anche in questo caso un diritto?
Sta di fatto che, colte in flagrante dalla vicina pettegola e fondamentalista, le cinque sorelle orfane vengono punite dalla nonna e dallo zio, vengono rinchiuse nella loro casa, nascoste sotto vestiti anonimi e retrogradi, vengono mandate in sposa in veri e propri colloqui.
Quella casa diventerà una prigione dove le risate che la animava non si sentiranno più, in cui ognuna di loro troverà una via di fuga, che sia una finestra, che sia un matrimonio in cui un po' di amore c'è, che sia in un altro tipo di fuga o di ribellione.
Assistiamo al loro lento morire e cambiare, incapaci di accettare una realtà così diversa e retrograda dopo un passato recente di normalità, mentre attorno a loro niente sembra cambiato, mentre la grande città rimane un miraggio.
Come sempre, dietro a tanto bigottismo c'è anche tanta ipocrisia, e nella figura di uno zio padre-padrone, di una nonna che soffre in silenzio, c'è tanto di cui odiare.


La storia che Deniz Gamze Ergüven racconta è una storia fortemente autobiografica, e ancora attuale, perchè proprio affianco alle famiglie più occidentalizzate e più aperte della Turchia, si nascondono ancora prigioni e matrimoni stipulati.
Lei, scappata da una di queste, arrivata in Francia e in Francia in grado di raccontare la sua storia.
Mustang non ha però nulla di francese anche se rappresenterà il Paese alla prossima notte degli Oscar. Ne ha la sensibilità, nel raccontare il dramma e la discesa in un inferno che è prigione, che tappa le ali, una sensibilità tutta femminile, in questo quadro angelico di sorelle e amiche, unite e inizialmente inseparabili, con una fotografia sognante e geometrica che le inquadra.
Il nostro sguardo è aderente alla più piccola di loro, la voce narrante, e con lei viviamo le scene più palpitanti, che culminano in un finale al cardiopalma che fa crescere l'ansia e la complicità nei suoi confronti.
Il pensiero corre subito e inevitabilmente a Il Giardino delle Vergini Suicida di Eugenides prima e di Sofia Coppola poi, e non a caso, visto anche il paragone verso la bella e facile Sonay e l'altrettanto bella Lux.
Alla notte degli Oscar, il mio tifo sarà tutto per questo piccolo ma grande film, per questa realtà piccola ma drammatica, e per un racconto che non può che emozionare, nel bene e nel male.


Regia Deniz Gamze Ergüven
Sceneggiatura Deniz Gamze Ergüven, Alice Winocour
Musiche Warren Ellis
Cast Güneş Şensoy, Doğa Doğuşlu, Elit İşcan
Se ti è piaciuto guarda anche:
Il Giardino delle Vergini Suicida

4 commenti:

  1. E' un film bellissimo e toccante, che tutti dovrebbero vedere, specialmente i "bacchettoni" che ancora si trincerano la maschera, ipocrita, della "famiglia tradizionale", termine che ormai non significa più nulla...
    Il paragone con il film della Coppola è immediato, per forza, ma in realtà sono due pellicole completamente diverse: "Il giardino delle vergini suicide" era un'allegoria, forse estrema, di una società americana opulenta e perbenista, che dietro l'apparente benessere nasconde un pericoloso bigottismo di fondo. "Mustang" invece è un film ben più diretto, di fiera denuncia sociale,un duro attacco a una comunità retrograda e oppressiva. Mi è piaciuto molto. Agli oscar però non farò il tifo... perchè questo film di francese non ha proprio nulla, ed è ridicolo che rappresenti i nostri "cugini". Ma questo è un altro discorso :)

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  2. Anche io farò il tifo per questo film, però c'è da dire che è l'unico che ho visto per ora nella categoria delle migliori pellicole straniere...

    L'unico limite della pellicola è che, per quanto valida, perde nettamente il confronto con le vergini suicide.

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  3. E io che il film della Coppola non l'ho mai retto come lo troverò?
    A pelle, m'ispirano più umanità e empatia le protagoniste di Mustang. Lo vedrò presto. ;)

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    1. Recuperato oggi: bellissimo, senza se e senza ma.

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