29 settembre 2017

Christine

E' già Ieri -2016-

Se il giornalismo non sembra vero giornalismo oggi, non lo sembrava nemmeno negli anni '70.
Non lo sembrava a Christine Chubbuck, almeno.
Giornalista piena di integrità morale, cercava di fare carriera, cercava di sfondare, partendo da un piccolo canale locale, che però guardava gli ascolti, e cosa li faceva salire? La violenza, il sangue, il gusto del macabro.
Poco è cambiato da allora, anzi, si è solo andati in peggio.
Ma Christine non ci stava.
Lei cercava storie da raccontare, cercava ritratti da fare, per potersene andare da lì, per tentare la carta della fuga.
Ma c'era dell'altro.


C'era una solitudine che scavava a fondo nella sua sicurezza e nella sua innegabile intelligenza, c'era un un malessere fisico che minava il suo progetto futuro di felicità, c'era un amore non corrisposto, una famiglia che non la capiva.
C'era la depressione, insomma, la depressione vera, quella clinica.
Questo e chissà quanti altri motivi spinsero Christine la mattina del 15 luglio 1974 a presentarsi in onda con una pistola nella borsa, a puntarsela alla tempia, a premere il grilletto. Dando al pubblico e alla sua immettente televisiva quello che voleva -sangue e violenza- a lei, quello che voleva, un po' di pace, un po' di attenzione, chi lo sa.
Il film di Antonio Campos aiuta a conoscerlo meglio questo personaggio noto più per la sua morte che non per la sua vita, romanzando il giusto, consegnandoci un'interpretazioni da brividi da parte di un'irriconoscibile Rebecca Hall, seria, professionale, fragile, che si cala nei panni di una donna non facile.


Accanto a lei, piccole star televisive, e se Michael C. Hall continuerà ad inquietare come il suo DexterJ. Smith-Cameron sarà sempre una madre protettiva e altrettanto fragile proprio come in Rectify.
Immersi in atmosfere e musiche so 70's, con colori acidi e sgranati e pezzi DOC da sottofondo, Christine sa che il vero interesse di tutti sarà per la fine, sarà nell'arrivo di quel 15 luglio, e si prende così il suo tempo (forse troppo nella parte centrale) per arrivarci, facendo poi battere il cuore, chiudendo con note amare e malinconiche.
Visto oggi, potesse accadere oggi, si parlerebbe comunque di sensazionalismo, partirebbero hashtag e macabre ricerche su youtube.
L'integrità, la scelta morale, la depressione, non hanno ancora trovato il loro spazio, il loro tempo, per essere capite davanti alla telecamere.
Qui, almeno, si prova a raccontarle con onestà, senza voyeurismi di sorta.


Regia Antonio Campos
Sceneggiatura Craig Shilowich
Musiche Danny Bensi, Saunder Jurriaans
Cast Rebecca Hall, Michael C. Hall, Tracy Letts, J. Smith-Cameron
Il Trailer
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2 commenti:

  1. Quanto m'ha fatto star male questo film.
    Bello, non perfetto, come dici tu ha qualche lungaggine e momento di noia nella parte centrale, però sa come colpire.
    Per quanto mi sia piaciuto, però, non lo consiglierei. Mi ha fatto soffrire troppo.

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    Risposte
    1. Sa soprattutto che pure il suo pubblico aspetterà quel finale di sangue e violenza improvvisa, dando una nuova mazzata. Più che far star male, mi ha fatto sentire in colpa, parecchio.

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